Un anno insieme 14 settembre 2013 - 14 settembre 2014

Un anno fa per la prima volta presiedevo l’Eucaristia nella nostra Unità Pastorale. Come ogni ricorrenza anche questa può essere letta in modi diversi: “è già passato un anno”, “aspettiamo un po’ di vedere, è solo un anno che è qui”. Ringrazio tutti coloro che in questo anno mi hanno fatto sentire a casa: quanti hanno considerato come il mio accettare questo incarico fosse per me davvero un radicale cambiamento di vita; quanti non si sono limitati a caricarmi del peso della guida, per poi criticarla quando non è stata “adeguata” o “gradita”, ma che l’hanno condivisa proponendo strade da percorrere, invitandomi a riconsiderare una proposta, accogliendo con gioia le iniziative; quanti vedendo in me il pastore non hanno perso tempo in sterili confronti con il passato, ma godendo del bene ricevuto dal ministero di don Angelo, hanno saputo appassionarsi alla propria Parrocchia e alla ComUnità con disponibilità; quanti non mi hanno misurato per la lunghezza della messa, o per aver dato ordine al numero delle celebrazioni eucaristiche, ma che hanno fatto dell’Eucaristia il luogo dell’ascolto e della condivisione; quanti hanno avuto l’umiltà di rivedere un giudizio e di saper leggere la novità non come pallino del nuovo parroco, ma come occasione per vivere in modo nuovo esperienze amate; quanti mi hanno chiamato per chiedermi “come sta” e si sono preoccupati del bene della mia famiglia; quanti non pensano che se non vado ogni mese a trovare gli ammalati mi disinteressi di loro; quanti non sono impazienti se non mi trovano al primo tentativo e che non cianciano dicendo “non c’è mai”; quanti si preoccupano della mia salute e mi chiedono di avere cura di me. 
So bene che avrei potuto fare di più e meglio. So bene che dovete accettare il limite dell’inesperienza, ma sono sincero nel dirvi che ho provato ogni giorno ad essere un pastore buono. Perché lo sia realmente ho bisogno della grazia di Dio e della vostra preghiera. Così anche chi guarda con nostalgia al passato, chi si è sentito trascurato, chi pensa di averci perso con il mio arrivo ha la possibilità di abbandonare la strada sterile della lamentela e della mormorazione per trasformarla in ragionevole proposta, in entusiasta esortazione, in pressante invito, in condiviso desiderio. 
Riparto allora come un anno fa dalla Festa dell’Esaltazione della Croce, mi ricorda che “il pastore buono dà la vita per le sue pecore”

Riscelgo di cercare ogni giorno di essere un pastore buono. 
Pregate per me.
(Enoch, Editoriale di ComUnità, 14 settembre 2014)

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