11 gennaio 2015 - Festa del Battesimo di Gesù



Certo non è da confondere il Battesimo che Giovanni dona a coloro che si rivolgono a lui e che anche Gesù riceve con e il Battesimo che la tradizione della Chiesa ci consegna. Giovanni stesso è consapevole di questa differenza e propone un Battesimo per la conversione del cuore e non un battesimo che sia perdono dei peccati.
Ma come il Papa ci ricorda, i teologi interpretano questo abbassarsi di Gesù fino al battesimo ricevuto nel Giordano come volontà di santificare con la propria divinità tutte le acque, in modo che da quel momento coloro che verranno battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, sullo stesso ordine di Gesù che prima di salire al cielo invia ogni discepolo a battezzare proprio nel nome di Dio Trinità, abbiano un legame con questo evento, che conclude liturgicamente il tempo di Natale e apre quel tempo che ci prepara al tempo della Quaresima.
È importante fermarci a questo tema del Battesimo per ricordarci che anche noi abbiamo ricevuto la Grazia dello Spirito che dal giorno del Battesimo agisce in noi e ci permette di essere uomini e donne secondo lo Spirito. Noi siamo figli di coloro che ci hanno trasmesso la fede, in una catena ininterrotta da 2000 anni e che ci riporta all’origine di Gesù, nel quale Dio ha posto il suo compiacimento, quel Dio che ha scelto di condividere la vita degli uomini, stando dalla parte dei più deboli, più poveri.
Dio viene, viene a visitare questa terra, che noi vediamo sempre martoriata da ingiustizia e violenza; ma se non crediamo che questa terra amata da Dio sia comunque capace di rigenerare sempre una cultura di novità, di amore e di pace, anche noi diventiamo parte di quel coro che in questi giorni eleva la sua protesta e vuole manifestare il suo desiderio di libertà senza avere un progetto.
Dio è invece venuto nella Carne e c’è un progetto, che il Papa ci ricorda attraverso alcune parole pronunciate durante l’Angelus in occasione della Festa del Battesimo di Gesù celebrato lo scorso anno. Gesù riceve l’approvazione del Padre celeste, che l’ha inviato proprio perché accetti di condividere la nostra condizione, la nostra povertà. Condividere è il vero modo di amare. Gesù non si dissocia da noi, ci considera fratelli e condivide con noi. E così ci rende figli, insieme con Lui, di Dio Padre. Questa è la rivelazione e la fonte del vero amore. E questo è il grande tempo della misericordia!
Non vi sembra che nel nostro tempo ci sia bisogno di un supplemento di condivisione fraterna e di amore? Non vi sembra che abbiamo tutti bisogno di un supplemento di carità? Non quella che si accontenta dell’aiuto estemporaneo che non coinvolge, non mette in gioco, ma quella carità che condivide, che si fa carico del disagio e della sofferenza del fratello. Quale sapore acquista la vita, quando ci si lascia inondare dall’amore di Dio!”
Il Battesimo è questo. Anche l’immagine stessa dell’immersione nell’acqua dice che noi siamo immersi nello Spirito, siamo inondati dall’amore di Dio. Ma cosa significa per me cristiano, in questo tempo, essere battezzato?
Tanti che vivono tra noi non sono battezzati, tanti sono cresciuti in una comunità cristiana ma non vogliono il battesimo per i loro figli. Qual è la differenza? Se ciascuno di noi potesse parlare con costoro, cosa direbbe? Non poniamo su una questione di perdizione o di mancata salvezza, ci penserà Dio. Ma quale differenza vantiamo noi che diciamo di essere cristiani, che abbiamo ricevuto il Battesimo? Deve vedersi che noi apparteniamo al Dio della gioia, che abbiamo uno sguardo colmo di fiducia su questa realtà, sempre lacerata dal male ma che non può essere consegnata al male.
In noi c’è un’indignazione verso i fatti che in questi giorni vengono raccontati, ma deve esserci indignazione verso ogni forma di violenza, per ogni mancanza di carità, per ogni ingiustizia subita. Il richiamo che riceviamo oggi perché ci sembra di essere meno sicuri nella nostra realtà, non può farci dimenticare che ogni giorno ci sono uomini e donne che per la mancanza di cuore, di intelligenza, per la stupidità e per la crudeltà perdono la vita senza un motivo. L’indignazione dovrebbe essere quindi quotidiana. Negli stessi giorni in cui avvenivano questi fatti in Francia, nel Nord della Nigeria 2000 persone sono state massacrati: è l’orrore! Ma non basta dire questa cosa. Dobbiamo decidere, uscendo da questa Chiesa che io, con tutte le mie forze, io non sarò di ostacolo alla pace, alla convivenza pacifica, al bene, che sarò onesto anche se mi costa, che non dirò parole malevole anche se mi viene voglia di giudicare tutto il mondo. Altrimenti questo supplemento che ci viene dalla grazia del Battesimo non esiste, saremmo come tutti gli altri che non hanno ricevuto questo incontro con il Signore. Spesso in questi giorni si sente parlare di una “grande veglia laica”, come a rivendicare un atteggiamento profondamente religioso ma che diventa di tutti; è vero che dobbiamo salvaguardare dei valori ma, come ricordava Benedetto XVI, i valori sono come il calore che si sprigiona da una fonte di calore, se io sto lontano da questa fonte il calore viene meno. I valori li posso alimentare solo stando vicino alla sorgente, se mi accontento di viverli come il tepore che viene da una fonte di calore lontana, posso correre il rischio di abituarmi a rimanere un po’ freddo. Allora ho bisogno di rinnovare il mio Battesimo come consapevolezza che io, che non merito nulla, vengo creato nuovamente figlio di Dio con una dignità che è assoluta perché Dio mi guarda non come un servo ma come un figlio. Mi chiede di assomigliare a Lui, che si è fatto servo. Solamente allora ridico con la mia vita che essere battezzato fa la differenza: non perché io sia meglio, ma perché io ho fatto l’esperienza di colui che ogni giorno rigenera in me la possibilità di vivere la vita come condivisione, allora non calcolo come non lo fa Dio, allora non misuro sulla gratitudine che ricevo come fa Dio. Prima ancora che l’uomo potesse intuirlo, Dio si è fatto vicino per salvare l’uomo che lo aveva rifiutato: questo è ciò che annunciamo ogni volta che celebriamo l’Eucaristia.
Chiediamo allora al Signore di vivere in modo autentico il nostro Battesimo, affinché possiamo trasmette i valori di bontà, di condivisione anche fuori dalla nostra piccola realtà, perché quando l’amore è autentico cambia la vita

L’augurio che ci facciamo è il desiderio che questo tempo di Natale che si conclude non sia solamente dire “è passato anche il Natale”, ma il dire “Io ho incontrato il Signore, il Signore è la mia gioia, per questo oggi pur nella contraddizione della mia vita, pur nella fatica che questo mondo mi presenta, io scelgo di essere cristiano, di essere un battezzato, di essere immerso ogni giorno nella grazia di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo”.

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