29 marzo 2015 - Domenica delle Palme



Viviamo un intero anno liturgico per sentirci sempre nuovamente raccontare la storia di Gesù. Distendiamo nel tempo questo racconto, giorno per giorno, ma poi arriva questa settimana e ci viene chiesto di rallentare, di avere tanto tempo. Chiamiamo questa settimana “Santa”, “di Dio”, “autentica”, “vera”, cuore di tutto l’anno liturgico. Questa settimana dovrebbe essere per ciascuno cristiano un tempo in cui trovare molta disponibilità del cuore, della mente, della volontà per stare con il Signore e rimanere con Lui.
Imitando Marta, Maria, Lazzaro che accolgono nella loro casa Gesù, come tante altre volte, e in particolare Maria che decide che quello sia il momento per effondere il suo tesoro: questo profumo preziosissimo. Giuda, uomo scaltro, giudica che quel profumo possa valere fino al 300 denari, se 1 denaro era lo stipendio di un giorno, 300 denari vuol dire lo stipendio di un intero anno, tutta la vita.
Maria dice “Per te Signore do tutta la vita, anticipo in questo gesto quello che farai tu, quello che Tu offrirai a ciascuno di noi tra pochi giorni. Noi che siamo tuoi amici sappiamo che prima o poi questo tuo viaggio finirà, perché hai dato fastidio a troppe persone, perché la tua parola è troppo autentica perché non metta in discussione, perché non crei confusione incoloro che pensano di possedere la legge, e soprattutto di possedere Dio. Pensano di sapere cosa sia giusto e cosa non lo sia, e chi debba essere considerato figlio di Dio e chi no”. Gli amici di Gesù lo sanno: per questo arrivano a questa settimana preparati. Il tempo della Quaresima è un tempo serio, dura tanto tempo, 40 giorni per dirci come ciò che è importante non si improvvisa, che nella vita ciò che è decisivo e prezioso non si improvvisa, ma ha bisogno di tempo, di spazi, ha bisogno di nuove formulazioni dell’amore, non si accontenta di vivere sempre le stesse cose. Fa della quotidianità il luogo dove accogliere lo straordinario di Dio, così chi di noi ha cercato in questo tempo di Quaresima di modellare il suo cuore su quello di Dio, nella fedeltà alla preghiera quotidiana, alla Celebrazione dell’Eucaristia, accogliendo gli inviti di tutta la comunità cristiana alla preghiera, alla riflessione, all’ascolto della parola, arriva a questi giorni con il desidero di accompagnare Gesù, di rimanere con lui, di offrigli il profumo della propria vita, sapendo che forse non sarà così prezioso come quello di Maria, ma gradito a Dio sicuramente. Ma anche chi tra noi ha vissuto questa quaresima in maniera distratta, essenziale, veloce a motivo della fatica del vivere perché per molti ci sono situazioni faticose e dolorose che impediscono di essere attenti agli inviti e alle proposte, ha la possibilità di rimanere con il Signore in questi giorni, di contemplarlo; così come abbiamo fatto nella prima lettura, nell’immagine di questo uomo misterioso, di questo servo sofferente che la tradizione cristiana poi rilegge alla luce delle esperienze di Gesù. Di contemplare come il mistero della croce di riguarda, non solo perché anche noi condividiamo il dolore ma perché siamo chiamati anche noi ad essere per chi ci sta accanto questo mistero d’amore, questa capacità sempre rinnovata di offrire un amore gratuito, perché lo straordinario della nostra esperienza di Fede è che si fonda su un atto d’amore. La Croce è il desiderio di Dio di manifestare come la sua volontà sia quella di offrire tutto se stesso, senza riserve, a tutti, anche a coloro che non hanno merito. Noi dobbiamo ricordarci di più, più spesso, che l’esperienza della fede cristiana si fonda su questo e che il riferimento è Gesù Cristo; ogni altra forma o riferimento è sbagliato e ci allontana da Lui.
Così, il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato ci presenta la prima comunità cristiana. C’è Maria che sceglie di stare ancora ai piedi di Gesù come aveva fatto in passato, facendo inalberare Marta, sempre pronta a trafficare e a fare un sacco di cose, ma con il rischio di essere davvero molto generosa, buona, impegnata ma distratta.
C’è Lazzaro che sta tranquillamente seduto a tavola, come accade per molti che assistono a quello che accade pacificamente, senza muovere un dito.
Poi c’è Giuda, che è un calcolatore - Giovanni è molto duro con lui “è un ladro” – e quindi non gli importa niente di Gesù, ma lo usa per arrivare ai suoi fini, ai suoi scopi, si dimentica dei poveri, di chi ha bisogno e calcola unicamente per il suo interesse. La comunità cristiana è composta da persone differenti ma noi oggi vogliamo chiedere al Signore di essere un po’ più simili a Maria e di essere lì, ai suoi piedi, offrendogli il profumo che abbiamo. Forse ha bisogno ancora di essere un po’ purificato, un po’ impreziosito… però se non avremo il coraggio in questi giorni di essere generosi donando il tempo, se avremo il coraggio di essere attenti, donando la nostra intelligenza, se avremo il coraggio di offrire il nostro aggetto e il nostro amore arriveremo alla Pasqua con una gioia nel cuore rinnovata, perché il Signore è fedele alla sua promessa, perché il Signore non mancherà di colmare il nostro cuore della Sua Presenza, somma gioia. Perché in questa quaresima noi abbiamo gridato al Signore, in ogni settimana Rendi il nostro cuore simile al tuo. Questo grido, raccolto dal messaggio di Papa Francesco a tutta la cristianità per la quaresima, diventi in questi giorni la parola che ripetiamo con forza. Lui visiterà le nostre case, la dove c’è sofferenza, incomprensione, divisione. Lui visiterà il nostro cuore anche se ferito dal peccato, dall’incomprensione, anche se distratto. Lui non si tirerà indietro e continuerà a riaccompagnarci anche quando noi non ce ne rendiamo conto, anche quando noi ci dimentichiamo come i suoi amici sotto la croce. Ma ostinatamente questo Dio ci dirà, nel gesto d’amore, nel dono della vita e nella Risurrezione che noi possiamo vivere questa vita intensamente, se decidiamo di stare con lui, per poi essere testimoni della sua presenza e della sua gioia.

L’augurio che si facciamo, allora, è di essere coraggiosi, di agire con il cuore in queste settimana e di non avere paura di donare tempo a lui, perché il tempo che doniamo a Dio non è mai perduto.

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