26 aprile 2015 - IV domenica di Pasqua

La giornata mondiale di preghiera per le vocazioni non nasce dall’idea che i preti siano i protagonisti della vita della Chiesa, ma come l’urgenza di avere sempre a disposizione dei servitori della Chiesa che offrano a tutto il popolo di Dio l’Eucaristia e i Sacramenti, in particolare.
Noi comprendiamo come questa giornata, che è stata istituita 52 anni fa, diventa l’occasione per fermarsi e per chiedere al Signore che nelle nostre Comunità non manchi mai chi spende la propria vita per annunciare il Vangelo, per celebrare l’Eucaristia, per offrire e donare i Sacramenti.
In questa domenica la nostra preghiera è certo d’intercessione perché il Signore continui a mandare operai nella sua messe, ma è anche preghiera di gratitudine, di ringraziamento perché dopo molti anni un giovane nella comunità di Beregazzo e nella nostra Unità Pastorale sceglie di donare tutta la sua vita a Dio e alla Chiesa.
Per noi oggi questa giornata si connota di gratitudine per Gregorio e il suo cammino di Fede e diventa invito a una preghiera insistente, affettuosa perché quest’ ultimo periodo che lo divide dall’ordinazione presbiteriale sia un tempo di grande gioia, che alimenti in lui il desiderio di una vita che sia totalmente nel Signore.
Come Paolo esorta Timoteo invitandolo a non fare in modo che la sua giovane età diventi un problema, lo esorta ad essere attento alla parola, a custodire la fede, la speranza, la carità insieme a quegli atteggiamenti di bontà, di purezza di cuore che possono rendere un uomo di Dio speciale. Così l’augurio che noi fin da ora facciamo a Gregorio è proprio questo: che sia un uomo secondo il cuore di Dio, che abbia quelle caratteristiche dei Santi Pastori della Chiesa.
Gesù oggi si pone come il buon pastore, il pastore bello, colui che è capace di guidare il suo gregge perché lo conosce, perché è entrato in un rapporto di intimità con ciascuno e sa conoscere i bisogni, le esigenze e sa condurre là dove è necessario per il bene di tutti.
Gesù si proclama “buon pastore” riprendendo un’immagine che non è sua ma che viene dalla Scrittura, attribuita a colui inviato da Dio che si presenterà con gli stessi tratti di Dio. Così Gesù quando attribuisce a sé questa figura dice a tutti apertamente “Io sono da Dio, io sono Dio”.
La vita della prima comunità cristiana fa riferimento a Gesù buon pastore e vive questa presenza di Dio nei pastori che vengono scelti per essa, come Paolo che vive con intensità il suo ministero. Gli atti degli Apostoli ci parlano di un infaticabile apostolo della Parola di Dio che visita continuamente le comunità da lui fondate o che ha incontrato con grande premura, dispersione del suo tempo come se non avesse da trattenere nulla, continua ad annunciare il Vangelo, a radunare attorno a sé i fedeli, a mostrare una Provvidenza di Dio al suo popolo come nel caso della morte di Eutico durante uno di quei momenti comunitari che lui stesso istituì.
Il Papa ci regala un messaggio in occasione della giornata per le vocazioni. Quest’anno ha pensato all’immagine dell’Esodo, che noi conosciamo bene come esperienza del popolo d’Israele, ma anche come immagine che può rappresentare la vita di ogni uomo. L’Esodo è sempre un passaggio da una condizione di vita di male verso il bene, di morte verso la vita, di peccato verso la grazia. Così il Papa dice che ciascuno di noi è chiamato ad uscire dalle proprie comodità, dai propri schemi per abbracciare una vocazione che è certo comunione con Dio ma che è anche apertura caritatevole verso i fratelli.
Oggi chiediamo al Signore che ogni vocazione, non solo quella religiosa o sacerdotale, sia espressione di una risposta, come è stato per Abramo e per Mosè, a un invito a non rimanere chiusi in se stessi ma ad offrire la propria vita perché nella ricerca della felicità questa vita sia un dono.
Il Papa si rivolge in modo singolare ai giovani dicendo loro che pur in questo tempo di incertezza, con questo sguardo al futuro sempre offuscato dall’incapacità di leggerlo con benevolenza, c’è una grazia della giovinezza che spinge a scegliere con coraggio vie di impegno che non siano di basso profilo, ma che richiedano l’impegno di tutta la vita, delle proprie forze, della propria intelligenza, del proprio amore. Affida questo cammino a Colei che da subito aprendo il suo nell’incontro con il Signore, ha cantato la fedeltà di Dio e la sua disponibilità dicendo “Sono la serva del Signore, si compia in me secondo la tua parola”.
Questa giornata di preghiera per le vocazioni può diventare per tutti noi occasione per pregare perché possano esserci nuovi presbiteri per la Chiesa; di pregare e ringraziare per Gregorio, come anche per Samuele e Francesco, questi due giovani che ci sono stati affidati nei loro primi passi del cammino pastorale, perché il loro discernimento in ordine al vivere per sempre la vita come consacrati sia anche accompagnato dalla nostra stima e dalla nostra preghiera e perché il loro servizio tra di noi possa diventare occasione per verificare se davvero il Signore li chiama a servizio di Dio nella Chiesa Ambrosiana. Preghiamo poi per tutti coloro che sono all’interno di un discernimento vocazionale, perché trovino adulti che sappiano indicare loro con gioia la via del Vangelo; perché le nostre comunità siano luoghi dove un giovane possa trovarsi così bene da dire “posso investire tutta la mia vita come dono a questa Comunità, come dono al Signore per la comunità dei credenti nella Chiesa.

Il Signore accolga le nostre preghiere e ci consenta di essere profondamente lieti perché continua a donare giovani che siano capaci di un’offerta totale della vita; preghiamo perché questi giovani, come il Papa ha esortato in questi giorni, siano capaci di accoglienza, che la loro parola venga dal cuore, che il loro modo di vivere rievochi sempre la presenza di Gesù in mezzo a noi.

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