24 maggio 2015 - Anniversari di Matrimonio


Abbiamo preparato la festa di Pentecoste in questi 50 giorni del tempo pasquale. La liturgia quotidiana ci ha ricordato che il cuore dell’esperienza della Fede è l’annuncio della Pasqua, Gesù Cristo il crocifisso è risorto.
In questa grande festa, nella quale rinnoviamo la nostra fiducia nella presenza di Dio che abita i nostri cuori e li muove costantemente nella memoria e nel rivivere i gesti e le parole di Gesù, noi oggi come comunità cristiana ci raduniamo intorno all’altare per rendere grazie, per quell’espressione quotidiana che è la vita di una famiglia.
Lo facciamo in questo tempo nel quale anche la nostra società, come la nostra Europa, tende a svuotare di significato questa istituzione ritenendola ormai sorpassata, quasi inutile. Ma la tradizione cristiana conosce e riconosce che questo modo di rapportarsi tra l’uomo e la donna che precede persino l’annuncio cristiano è il modo attraverso il quale Dio manifesta il suo Amore, tanto che è commovente trovare nella Scrittura continuamente pagine che ci riportano all’espressione dell’Amore di dio per il suo popolo come quello tra uno sposo e la sua sposa.
In queste ultime settimane, Papa Francesco ha proposto la catechesi del mercoledì nell’udienza generale intorno al tema della famiglia. Il 6 maggio scorso parlava della bellezza del matrimonio cristiano, non semplicemente una cerimonia che si fa in chiesa, coi fiori, l’abito, le foto…. Il matrimonio cristiano è un sacramento che avviene nella Chiesa, ma è anche un sacramento che fa la chiesa, dando inizio a una nuova comunità familiare. La famiglia viene chiamata “piccola comunità domestica”.
È Paolo, nelle sue Lettere, a parlarci dell’importanza che all’interno di una coppia ci sia rispetto, riconoscimento reciproco, promozione del bene dell’altro: questo servizio l’uno all’altro diventa cuore del nostro ringraziamento per la fedeltà di questi sposi in tanti anni, dai 5 fino al 60 anni.
Il sacramento del matrimonio – dice Papa Francesco – è un grande atto di fede e di amore. Testimonia il coraggio di credere alla bellezza dell’atto creatore di Dio e di vivere quell’amore che spinge ad andare sempre oltre se stessi. La vocazione cristiana ad amare senza riserve e senza misura è quanto, con la grazia di Cristo, sta alla base anche del libero consenso e costituisce il matrimonio e la Chiesa è pienamente coinvolta in questo. La chiesa di edifica nelle sue riuscite e soffre nei suoi fallimenti”.
Ma la domanda che deve starci a cuore oggi, come comunità di credenti: ma noi quanto crediamo veramente nel matrimonio? Qual è lo sguardo che abbiamo sui nostri giovani? Penso ai fidanzati… Quale proposta facciamo? Quale modo abbiamo di testimoniare loro che è bello, pur in tutte le fatiche che nessuno toglie, poter vivere così la vita?
Il Papa poi dice che “il matrimonio cristiano, il decidere di sposarsi nel Signore contiene anche una dimensione missionaria, che significa avere nel cuore la disponibilità a farsi tramite della benedizione di Dio e della grazia del Signore per tutti. Gli sposi cristiani partecipano, in quanto sposi, alla missione della Chiesa. Ci vuole coraggio!”
Per tanto il Papa esorta in particolare i novelli sposi: “Dico: ecco i coraggiosi! Perché ci vuole coraggio per amarsi così come Cristo ama la Chiesa”.
Oggi Gesù nel Vangelo ci dice: se vi amate, osserverete i miei comandamenti. La possibilità che abbiamo di sentire il Vangelo non un’imposizione, non una serie di precetti, di sentire il cristianesimo non delle cose da fare, non sta di per sé nella nostra disponibilità ma sta nell’intuire che senza l‘amore per Gesù tutto si può mettere in discussione, sempre. I comandamenti di Gesù non sono delle norme ma sono la sua stessa vita: se io amo Gesù allora sarò fedele, non potrò tradire, sarò capace di perdono, ricomincerò sempre, perché solamente lui è il cuore anche dell’amore che io posso offrire al mio sposo, alla mia sposa.
“La celebrazione del sacramento non può lasciar fuori questa corresponsabilità della vita familiare nei confronti della grande missione di amore della Chiesa. La Chiesa, per offrire a tutti i doni della fede, dell’amore e della speranza, ha bisogno anche della coraggiosa fedeltà degli sposi alla grazia del loro sacramento! Il popolo di Dio ha bisogno del loro quotidiano cammino nella fede, nell’amore e nella speranza, con tutte le gioie e le fatiche che questo cammino comporta in un matrimonio e in una famiglia. La rotta è così segnata per sempre, è la rotta dell’amore: si ama come ama Dio, per sempre. Cristo non cessa di prendersi cura della Chiesa: la ama sempre, la custodisce sempre, come se stesso. Cristo non cessa di togliere dal volto umano le macchie e le rughe di ogni genere.
È commovente e tanto bella questa irradiazione della forza e della tenerezza di Dio che si trasmette da coppia a coppia, da famiglia a famiglia. Ha ragione san Paolo: questo è proprio un “mistero grande”! Uomini e donne, coraggiosi abbastanza per portare questo tesoro nei “vasi di creta” della nostra umanità, sono - questi uomini e queste donne così coraggiosi - sono una risorsa essenziale per la Chiesa, anche per tutto il mondo! Dio li benedica mille volte per questo!”.

Oggi vi consegno queste parole: è lo sguardo di amore di colui che presiede alla Carità di tutta la Chiesa. Vi chiedo di rinnovare oggi la vostra fedeltà perché attraverso di essa voi edificate queste comunità. L’esperienza che all’interno della nostra Unità Pastorale stiamo vivendo, come quella del gruppo famiglie, della possibilità della vacanza comunitaria, del cammino condiviso con i bambini dei sacramenti, il cammino di comunità che stiamo compiendo nell’accompagnare verso l’ordinazione presbiterale di Gregorio: tutto questo cammino ha bisogno di voi! E anche se tanti gesti d’amore sono sconosciuti, anche se questa fedeltà che rinnovate non è raccontata ai quattro venti, è tuttavia il modo attraverso cui Cristo oggi si rivela a noi. Il nostro grazie diventa per tutti i percorsi di vita che avete compiuto, per quelli lieti e per quelli faticosi; diventa uno sguardo di benedizione per coloro che stanno soffrendo per la perdita dello sposo o della sposa; diventa partecipazione alla trepidazione dei nostri futuri sposi, di coloro che tra poche settimane si uniranno in matrimonio e diventa augurio che la nostra comunità cresca anche attraverso la santità che si può vivere in un rapporto di coppia. Diciamo con la nostra vita che siamo più forti delle statistiche, siamo più forti dei pensieri cattivi; diciamo con la nostra vita che noi risplendiamo di una luce che è posta nei nostri cuori e che è il dono dello spirito. Attraverso di esso noi possiamo realmente riproporre nella nostra esistenza la vita di Cristo. Così, insieme, possiamo camminare verso il compimento della nostra vita, verso il nostro unico destino che è quello di comporre la grande famiglia dei figli di Dio nel regno dei cieli.

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