8 settembre 2015 - All'inizio di un nuovo anno pastorale
Siamo nuovamente saliti in questo luogo
per affidare alla beata Vergine Maria l’inizio di un nuovo anno. Viviamo questo
pellegrinaggio in un giorno caro alla tradizione ambrosiana. Il nostro Duomo è
dedicato alla Natività della Madre di Gesù.
Siamo venuti qui per chiedere la grazia
di saper compiere in noi la volontà di Dio, in comunione con la Chiesa
universale che si interroga sul Vangelo della famiglia in un contesto culturale
nel quale questa realtà appare essere logorata e svuotata del suo fondamentale
valore; è anche il tempo della misericordia
e guardiamo con gioia all’anno santo che vivremo a partire dal prossimo
dicembre.
Siamo inseriti nel cammino della Chiesa locale
che nel magistero del nostro Arcivescovo ci indica la via dell’educarci secondo
il pensiero di Cristo cioè riconoscere nella persona di
Gesù, immedesimandosi in Lui, il criterio per guardare, leggere e abbracciare
tutta la realtà e, nello stesso tempo, il dono e il compito di pensare Lui
attraverso tutte le cose della vita.
In
questo orizzonte così ampio arricchito anche dalle riflessioni sulla
salvaguardia del creato, dalle provocazioni che ci vengono dalla tragedia umana
che coinvolge milioni di uomini e donne, fratelli e sorelle nella comune
esperienza di essere creature amate e benedette, in questo respiro così ampio
si colloca il nostro cammino di Comunità di Parrocchie.
Dopo
aver intuito come solo la comunione con Dio, personale e comunitaria, possa
garantirci un compimento di umanità, dopo aver dedicato tempo, riflessione e
cura per la liturgia, in particolare quella eucaristica, impegno del resto mai
pienamente esaurito e sempre rinnovato; dopo aver gioito per il dono della
vocazione presbiterale di don Gregorio, colgo l’occasione per portarvi il suo
cordiale saluto e la sua preghiera colma di stima e gratitudine; vi propongo di
mettere a tema di questo anno la cura della Parola di Dio. In realtà essa sta
in principio ad ognuno dei temi di cui vi ho brevemente accennato. Vorremmo
cogliere l’invito custodito nella conclusione della Dei Verbum, la costituzione
dogmatica sulla Parola di Dio del Concilio vaticano II, "la
parola di Dio compia la sua corsa e sia glorificata" (2 Tess 3, 1) e il
tesoro della rivelazione, affidato alla Chiesa, riempia sempre più il cuore
degli uomini. La Dei Verbum insieme con la "Evangelii Nuntiandi" di
Paolo VI, la "Catechesi Tradendae" di Giovanni Paolo II, il programma
pastorale “In Principio la Parola” del Card. Carlo Maria Martini e l’Evangeli
gaudium” di Papa Francesco sono i testi di riferimento di una riflessione che
ci chiede di mettere al centro della nostra vita quotidiana la parola di Dio.
Così scriveva
il Card. Martini: E' l'accoglimento della
parola di Dio che ci fa diventare comunità autenticamente cristiana secondo le
leggi della comunione. La parola di Dio ci assicura il contatto vivo e
immediato con Cristo stesso, Parola vivente del Padre, fonte della comunione:
ma, poiché rende testimonianza a Cristo a partire da una ricchissima varietà di
situazioni umane storiche, che sono state lette e vissute nella luce di Cristo,
essa arriva a noi ricca di provocazioni concrete che riguardano tutti gli
aspetti fondamentali della vita. Essa ci dice come l'amore del Padre ha
raggiunto in Cristo le varie situazioni umane, le ha rese vere, le ha
illuminate e purificate dal di dentro, le ha aperte a nuove e insospettate
possibilità. La vita, la morte, l'amicizia, il dolore, l'amore, la famiglia, il
lavoro, le varie relazioni personali, la solitudine, i segreti movimenti del
cuore, i grandi fenomeni sociali, tutta questa vita umana, insomma, ci viene
consegnata dalla parola di Dio in una luce nuova e vera. E noi, mentre
incontriamo questa Parola, incontriamo noi stessi, il nostro passato, il nostro
futuro, i nostri fratelli. Impariamo a costruire una comunità che, in fedeltà
alle leggi della comunione, trova un posto, un senso, un messaggio di speranza
per ogni uomo e per ogni situazione umana.
A questa
ricchezza vorrei che in questi mesi noi attingessimo per rinnovare quei passi
di comunione che abbiamo posto in questi mesi.
Come vivere
comunitariamente e personalmente questo amore per la Parola di Dio:
1. Avremo a cuore di custodire con cura
la proclamazione della Parola di Dio nelle celebrazioni. I lettori avranno il
compito e il dovere di coltivare una ricca spiritualità, essi devono
essere consapevoli di compiere un gesto che rende presente Cristo, Parola di
Dio, in mezzo ai suoi fedeli; essi devono poter rendere ragione del testo che
sono chiamati a proclamare.
2. Avremo a
cuore di preparare l’ascolto della Parola di Dio: ogni giovedì sera sarà
possibile radunarci per ascoltare la Parola di Dio che verrà proclamata nella
domenica seguente e una breve introduzione. Ne seguirà la preparazione della
preghiera universale per tutta l’Unità Pastorale.
3. Avremo a
cuore di tornare ad usare più abitualmente la lectio divina come forma di
ingresso orante nell’ascolto della Parola.
4. Avremo a cuore
di vivere con più assiduità la preghiera delle ore, la preghiera della Chiesa,
valorizzando in modo particolare lodi e vespri.
5. Avremo a cuore di chiedere la grazia
di una maggiore comunicazione dell’esperienza della fede, così ancora scriveva
il Card. Martini: purtroppo non
è facile oggi che la nostra comune conversazione quotidiana tocchi con
semplicità e serietà i temi relativi alla fede. Si tratta talvolta di un
istintivo senso di rispetto di fronte alle realtà cristiane o di un
atteggiamento di riserbo dinanzi ai propri o altrui sentimenti profondi. Ma
spesso è anche questione di pigrizia, di disimpegno, di rispetto umano: ci pare
"sconveniente" parlare di Gesù, del nostro misterioso rapporto con
Dio, delle esigenze evangeliche, dei problemi della vita ecclesiale, perché
intuiamo che questo discorso ci chiede sincerità e fatica o contravviene a
quella specie di congiura del silenzio, che la mentalità corrente ordisce
attorno agli argomenti religiosi e cristiani.
Solo nel coraggio del raccontare la fede alimentata dalla predicazione, dalle
parole del santo Padre e dei Vescovi noi potremo diventare missionari del
vangelo e portare agli uomini la vita buona che da esso ne deriva.
Maria colei che
ha ascoltato la parola diventandone casa ci aiuti ogni giorno ad ascoltare la
Parola di Dio perché sia lampada ai nostri passi, guida nel cammino della vita
nella fede personale e comunitaria.
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