4 ottobre 2015 - Festa dell'Oratorio
Non dobbiamo certo far dire alla Parola di Dio quello che
piace a noi.
Il
commento che farò, allora, di queste letture non vuole essere usato per
sostenere la causa dell’Oratorio, tuttavia oggi è Festa dell’Oratorio e noi vogliamo sottolinearla anche attraverso
questo ascolto della Parola.
Chiaramente
i contenuti della Parola di Dio si riferiscono a dei messaggi chiari che
arrivano a tutti ma che noi possiamo un po’ interpretare alla luce di questa
festa che ci riguarda.
Quasi
tutti qui hanno un’esperienza attiva dell’Oratorio oppure l’hanno avuta.
La
prima lettura ci parla di un comando: tutti coloro che si sono dispersi, che si
sono allontanati sono invitati a tornare indietro. Tutti coloro che hanno
scelto altre esperienze al di fuori della fede nel Dio di Israele sono chiamati
a tornare a casa, perché tutto ciò
che hanno inseguito al di fuori del Dio di Isacco, di Abramo, di Giacobbe è un
idolo, cioè qualcosa che si costruisce ma che non ha un’anima, non è vivo.
Questo può accadere anche ad alcuni di noi, può accadere che anche nelle nostre
famiglie ci sia qualcuno che sia stato affascinato da qualche esperienza
diversa da quella che condividiamo in questa Eucaristia. L’invito è “tornate qui” per sperimentare che c’è un unico Dio (come abbiamo ascoltato domenica
scorsa) da amare con tutto il cuore, con
tutta la mente, con tutte le forze. È l’unico Dio che può essere fedele
perché se questo Dio, che ha costruito tutto con la forza della sua Parola è
così grande, Lui solo può mantenere la sua promessa.
Il primo
invito che vi rivolgo è questo: venite
all’Oratorio anche durante l’anno, non solo d’Estate. Accogliete gli inviti che
vi vengono rivolti, quelli che
cerchiamo di offrire in tanti modi a tutti i ragazzi, gli adolescenti e i
giovani. Certo, è una realtà piccola, che può crescere, ma come
quest’estate molti di voi hanno fatto un’esperienza bellissima di Oratorio,
solamente insieme possiamo fare esperienza di Oratorio. Se uno dicesse “tanto non c’è nessuno, tanto non ci va
nessuno, non trovo i miei amici, non mi diverto” e quindi inizia a non
esserci è come se quest’estate durante l’Oratorio estivo ci fossimo trovati qui
in tre o quattro. Non avremmo potuto vivere quell’esperienza straordinaria che
ci ha coinvolto per tante settimane e che poi è continuata nell’esperienza
della Vacanza Comunitaria, vissuta da grandi e piccoli, che è stata dei ragazzi
e delle famiglie.
La
seconda lettura ci dice che la possibilità di essere salvati non dipende dai
nostri meriti: nessuno di noi può
guadagnare o ricambiare l’amore di Dio, come in realtà non possiamo farlo
dell’amore dei nostri genitori, per quanto ci impegniamo è straordinario il
bene che abbiamo ricevuto. Possiamo cercare di rispondervi, possiamo fare di
tutto perché siano lieti di noi ma non possiamo pensare di ricambiare tutto il
loro amore. Così vale per Dio: quando intuiamo che Lui è importante per la
nostra vita, ci rendiamo conto che al limite possiamo rispondere a questo
amore, ce la mettiamo tutta ma non possiamo di certo dire “merito di essere amato da Dio, merito di essere perdonato”. Paolo
ci dice che Cristo Gesù nel suo Sangue, nel sacrificio della croce che noi
celebriamo in questa Eucaristia, come in ogni Eucaristia, noi possiamo fare
esperienza dell’amore di Dio. Direbbe ancora Paolo: “non c’è nulla che ci può separare dall’amore di Dio in Cristo Gesù,
neppure la morte perché lui l’ha vinta”. Dio per aiutarci, poiché sa che
siamo distratti, pigri, ha preparato delle opere buone che sono predisposte per
noi (che lui ha preparato per noi) per la nostra gioia. Ma se noi lo evitiamo
non possiamo fare questa esperienza.
Vi
dico allora, che per vivere l’esperienza della Fede anche attraverso l’Oratorio
ci vogliono alcune caratteristiche:
- non c’è domenica senza la messa. Si
possono fare i capricci per andare a messa. I primi cristiani del Nord Africa,
martiri cioè uccisi per amore di Gesù, dicevano “non c’è domenica senza la messa” e hanno dato la vita per questo.
Anche quando non è molto curata, anche se il parroco o il sacerdote non è uno
che affascina, o quando i canti non sono perfetti o c’è qualche piccola
imprecisione, la messa è opera di Dio.
Cambia il cuore nella misura in cui io mi lascio incontrare. Per questo
cerchiamo di preparare la messa: così, da qualche settimana, ci troviamo il
giovedì sera per ascoltare la Parola di Dio, per capirla un po’ di più, per
arrivare qui e sentire che questa parola mi riguarda, centra con la mia vita.
- posso essere amico di uno che non conosco
e al quale non dedico tempo? La
preghiera quotidiana non è una penitenza. Così come noi ci teniamo a
sentire i nostri, amici, ci teniamo a stare con i nostri genitori, così
dovrebbe essere per il Signore. Custodiamo
almeno la preghiera del mattino e della sera: accogliamo il nuovo giorno e
ringraziamo. Salutiamo il giorno vissuto e ringraziamo. Basta pochissimo per
ricordarsi che la nostra vita non è abbandonata ma c’è Qualcuno che tiene a
noi.
- Così,
quando noi ci appassioniamo invece ad un amico oppure per qualcosa a cui
teniamo, ci informiamo, sappiamo tante notizie di quella persona, di quella
situazione, di quella passione. È importante
che tutti dedichiamo del tempo ad approfondire la conoscenza di Gesù perché non si può essere amici di qualcuno
che non conosciamo. Se viviamo la messa, la preghiera, la catechesi, studio
della nostra fede, allora quando andiamo all’Oratorio troviamo delle persone
che non sono lì solamente in qualche occasione ma sono lì perché vogliono
vivere tutto questo nella quotidianità del gioco, della condivisione, dello
stare insieme, della preghiera. L’Oratorio è questo.
Siamo
poi benedetti perché abbiamo degli amici che ci aiutano in questo: oggi Francesco e Samuele sono ad Assisi per il pellegrinaggio diocesano, poiché
quest’anno è la Lombardia che offre l’olio della lampada che arde davanti alla
tomba di Francesco, patrono d’Italia, ma alla domenica vengono e stanno con
noi. Abbiamo la possibilità di giocare con loro, di ascoltarli, di confrontarci
con dei giovani che cercano di dare un valore grande alla propria vita, e così
aiutano i nostri animatori a crescere nella passione per i più piccoli, aiutano
i grandi a scoprire che si può diventare giovani, amici di Gesù e dare bellezza
alla propria esistenza.
Come
dice il Vangelo, c’è bisogno di operai nella vigna del Signore: nessuno della
comunità degli adulti può dire “io non
c’entro, sto fuori, facciano loro” perché è di tutti l’Oratorio. Oratorio
non tanto come un luogo fisico ma come un’esperienza, come un tempo condiviso: l’Oratorio è di tutti, di tutti quelli
che credono che c’è la necessità di educarci – come dice il nostro Arcivescovo
– al pensiero di Cristo, a diventare come Gesù. Non è importante se uno è
sempre stato all’Oratorio, ha sempre fatto una vita di Oratorio e quindi ha il
‘brevetto’. Ciò che è importante è che quando uno entra in Oratorio lo viva
come un servizio, un regalo, sapendo che la sua ricompensa sta nel fatto di
aver donato del tempo, di aver speso del tempo e allora non sarà mai invidioso
di chi arriva all’ultimo momento o di chi fa solamente quella piccola cosa,
perché ciò che è decisivo è che io ci ho
messo la mia vita nel servizio dei più piccoli. Così, le nostre comunità di aggregano non intorno a questa o a quella persona ma a Gesù che rimane sempre, al di là di tutti quelli che passano –
sacerdoti, catechisti, baristi, animatori – perché l’Oratorio è fare esperienza
che si può vivere come Gesù.
Noi
oggi vogliamo dire «grazie» al Signore perché prima di noi qualcuno ha pensato
che l’Oratorio fosse importante e ci ha regalato dei luoghi, ha regalato delle
esperienze e così abbiamo adulti appassionati dell’Oratorio.
Ringraziamo
poi perché in questo tempo abbiamo fatto delle belle esperienze anche noi e
possiamo continuare, a partire da oggi e poi da quando inizierà la catechesi,
da tutte le domeniche quando ci troviamo insieme.
Vi
chiedo di avere stima di quello che
facciamo in Oratorio. La stima è un regalo che possiamo offrire tutti. Vi
invito a venire, a partecipare.
Oggi
vogliamo raccogliere anche alcune preghiere particolari: la prima preghiera è per
coloro che hanno fatto del bene ai nostri Oratori, ai parroci che ci hanno
preceduto, a tutti coloro che hanno avuto a cuore anche i luoghi: dobbiamo
essere grati perché dietro le nostre strutture, le nostre storie ci sono
persone, ci sono volti e dobbiamo essere grati per loro.
Preghiamo
per i nostri amici che domenica ricevono la Cresima: è un passaggio importante
ma decisivo solamente se poi trovano qualcuno che li aiuti a continuare a
credere che è importante quel luogo. Hanno bisogno di grandi, di adulti che
dicano loro che è bello essere cristiani, tutti i giorni. Preghiamo per la nostra
nazione: oggi è San Francesco, spesso ci lamentiamo di questa nostra Italia ma
in realtà è un luogo bello dove vivere ed è un luogo bello da rendere ancora
più bello attraverso la nostra vita. Francesco ha cambiato la Chiesa rimanendo
dentro la Chiesa; noi possiamo cambiare il nostro mondo, la nostra nazione
rimanendo dentro la nostra nazione.
Ci
ricordiamo, poi, che oggi inizia un grande momento di Chiesa: la riflessione
dei nostri vescovi insieme al Papa sulla famiglia, per ridire che questa realtà
costruire un mondo nuovo. Ringraziamo per il dono delle nostre famiglie e della
grande famiglia che è l’Oratorio. Insieme possiamo fare grandi cose perché Dio
ha scelto ciascuno di noi come operaio della sua vigna e sa che può contare su
di noi, sa che è lieto di continuarci a chiamare a qualsiasi ora: tocca noi
adesso dare la nostra risposta.
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