14 febbraio 2016 - I domenica di Quaresima



«Ritornate a me con tutto il cuore, laceratevi il cuore non le vesti»: è un invito forte quello che anche in questa Quaresima ci viene rivolto. Questo tempo giunge in fretta dopo il Natale e subito ci è chiesto di guardare alla Pasqua, centro dell’esperienza della nostra fede e di preparare questo evento con un tempo lungo di attesa e di disposizione del cuore alla conversione. In passato questo tempo veniva caratterizzato in modo molto forte, con l’invito alla penitenza e al digiuno. Non che quel modo di presentare la Quaresima sia sorpassato o da dimenticare anzi: ci viene chiesto di rinnovare con intensità questa modalità di preparare la Pasqua del Signore cercando di cogliere come nella nostra vita quotidiana noi possiamo declinare questo invito alla conversione.
Così raccogliamo le parole forti di Gioele: «Ritornate a me con tutto il cuore, laceratevi il cuore» che significa “andiamo a cercare quali sono dentro di noi le radici di male che ci impediscono di accogliere pienamente il Signore come unica via alla nostra Salvezza, come unico Maestro. Chiediamo al Signore di non perdere tempo, come ci esorta Paolo a non battere l’aria ma cercare di arrivare alla meta, di avere un punto a cui tendere con tutte le nostre forze.
Chiediamo al Signore che ci aiuti ad essere forti di fronte alle tentazioni che hanno riguardato anche lui e che per questo sono di tutti gli uomini. 
Conosciamo bene questo brano di Vangelo, con il rischio di metterlo via come tanti altri senza farci più attenzione, ma costantemente noi dobbiamo esser vigilanti perché per noi sono queste tentazioni che ogni giorno, attraversano la nostra vita.
Innanzitutto, avere: questa illusione che riempiendo la vita di cose essa sia più bella, più importante. Le cose diventano la nostra garanzia di successo e ci accorgiamo di accumulare tante cose. Ce ne rendiamo conto quando dobbiamo magari traslocare oppure quando andiamo nei nostri ripostigli o nei luoghi dove mettiamo le cose vecchie. Pensiamo sempre “torneranno utili, è un peccato buttarle” oppure ne acquistiamo sempre di nuove anche perché ci viene detto che solamente così l’economia va avanti. Ma ci illudiamo che la nostra vita sia migliore accumulando le cose, avendo sempre di più.
L’altra tentazione poi del successo, dell’apparire: veniamo da una settimana in cui ci viene proposto l’apparire come essere, l’apparire che vuol dire cercare il successo, l’affermazione di sé. Nell’ambito della vita ci possono essere tanti modi: all’interno delle nostre famiglie, all’interno del mondo del lavoro, nelle nostre comunità. Apparire. Pensare di lasciare un segno perché gli altri parlino di noi e magari raggiungere qualche successo imbrogliando le carte o mettendo da parte qualcuno. 
La tentazione del potere che non riguarda solamente quelli che hanno una carica importante, di guida di un popolo, di una comunità: tutti noi abbiamo potere su qualcuno, tutti noi possiamo attraverso la nostra influenza fare del bene o fare del male e tutti abbiamo il desiderio di essere sopra qualcuno, di poter affermare noi stessi. Queste tentazioni attraversano ogni giorno la nostra vita e tante volte non ce ne accorgiamo perché il nemico, il diavolo, è astuto, è subdolo. 
Come si fa a vincere questa tentazione, questo modo che il male ha di porsi nella nostra vita? Gesù ci insegna la strada: al diavolo dice sempre “sta scritto”, fa riferimento a una parola che non è immediatamente sua ma è quella che ha ascoltato dal Padre suo. Così come dice la Scrittura, «la Parola di Dio è lampada ai miei passi, luce al mio cammino» ed è per questo che abbiamo posto sull’altare questa luce e di settimana in settimana porremo le luci di ogni settimana per dire che è la Parola di Dio che ci guida e ci permette di stare di fronte al male scegliendo la via che il Signore ci indica. 
Ma poi in questo tempo di Quaresima e anche nel tempo Pasquale metteremo al centro della nostra attenzione le opere di misericordia corporali e spirituali così come Papa Francesco ci ha esortato fin dall’inizio del percorso dell’anno giubilare. Ripetutamente ci chiede di vivere la misericordia come un’esperienza che non è solo personale ma comunitaria, che ci chiede di avere attenzione, cura di chi ci sta attorno. In questi giorni ci ha detto “la misericordia si declina anche con un’azione che parte dalle nostre tasche”, cioè da quello che abbiamo che immediatamente può sembrare solo il denaro ma non è solo così. Ci sono persone attorno a noi che chiedono attenzione e aiuto, che chiedono a noi di farci carico della loro fatica.
In questa settimana le opere di misericordia corporale che mettiamo al centro della nostra attenzione sono dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati. Certo, c’è una cura che noi vogliamo avere in modo singolare per i fratelli e le sorelle che vivono in terre di Siria, questa nazione martoriata da tanti mesi di guerra, che ha generato dolore, morte, distruzione, anche quel flusso di migranti che guardiamo con timore, come un problema dimenticando che nessuno fugge dalla propria casa se non è obbligato da qualche motivo che rende difficile la vita. Così la testimonianza che ci arriva da quella terra ci chiede di farci carico delle difficoltà e noi vogliamo sostenere le attività e i progetti della Caritas Ambrosiana in quella terra, perché i nostri fratelli e le nostre sorelle che vivono il dramma della guerra possano trovare un poco di speranza anche attraverso il nostro aiuto, il nostro interesse e la nostra cura. Ci sono poi bisogni più vicini che chiedono occhi attenti, un cuore disponibile. 

La possibilità però che noi viviamo così nasce dalla profonda comunione con Dio. Così questo tempo di Quaresima si caratterizza ancora come invito a trovare del tempo per il Signore, ad essere generosi, a partire da questa settimana nella quale vivremo gli Esercizi Spirituali parrocchiali. Non rimandiamo ad altre occasioni! Cogliamo gli inviti e le proposte che ci vengono rivolti qui, all’interno delle nostre comunità. Il tempo dedicato al Signore non è tempo buttato via ma ridà qualità al tempo che noi viviamo, nelle scelte di tutti i giorni, nella quotidianità che caratterizza le nostre vite. Scegliamo allora un piccolo programma di vita, qualche priorità da collocare all’interno della complessità delle nostre giornate. Scegliamo un momento, un tempo e cerchiamo di rimanervi fedeli. Infine, non rimandiamo ai giorni prima della Pasqua un momento intenso di riconciliazione. Chiediamo al Signore di farci credere nella forza che è il sacramento della confessione, nella grazia che accompagna quel momento celebrato dove la misericordia di Dio diventa per noi azione efficace. 
«Ritornate a me con tutto il cuore, laceratevi il cuore non le vesti»: che il Signore ci doni il coraggio di vivere questo tempo di Quaresima con questa intensità. La crescita di ciascuno nella fede, nell’amore, nella speranza aiuta tutta la Comunità e tutta la Comunità riunita nel custodire il tempo ella celebrazione eucaristica, delle assemblee, delle riflessioni, delle preghiere; aiuta ciascuno a crescere e così invece camminiamo verso il Signore, ritorniamo a lui con tutto il cuore. 

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