Venerdì Santo - Nella Passione del Signore


Ogni giorno gli uomini che cercano risposte al senso della vita, un senso che vada oltre ciò che si piò misurare, contenere, toccare, usare, ogni giorno questi uomini vanno a Dio e chiedono aiuto: guarigione, pane, giustizia… Anche noi come ogni uomo che cerca di dare senso all’esistenza andiamo da Dio, ma in questo giorno, in questi giorni noi decidiamo di stare a vicino a Dio nella sua sofferenza. Così la settimana santa diventa per noi modello di ogni settimana perché il nostro tempo sia vissuto per cercare Dio, il senso della nostra vita, del nostro gioire, del nostro soffrire e del nostro morire.
Noi in queste ore contempliamo Gesù e crediamo che Lui il Cristo sia presente in ogni uomo, noi crediamo che tutti insieme formiamo l'unico corpo di Cristo, per questo riusciamo a sentire che l’agonia di Gesù non è ancora finita, ancora oggi egli è umiliato, tradito, rifiutato, crocifisso in infiniti fratelli e sorelle, in tutta la terra.
La croce mi riguarda, mi appartiene, non voglio essere spettatore ma partecipe della nuova ed eterna alleanza che è la passione di Dio per l’uomo , della passione di Dio e dell’uomo, voglio che la via della croce, sia via della vita.
«Salva te stesso, allora crederemo». Qualsiasi uomo, qualsiasi re, potendolo, scenderebbe dalla croce. Gesù, no. Solo un Dio non scende dal legno della croce, solo il nostro Dio. Con umiltà, profondo rispetto ed estrema franchezza noi oggi diciamo “il nostro è il Dio differente: è il Dio che entra nella tragedia umana, entra nella morte perché in quell’esperienza trova ogni suo figlio. Sale sulla croce per essere con me e come me, perché io possa essere con lui e come lui”. Essere in croce è ciò che Dio, nel suo amore, offre all'uomo che è in croce. Perché il nostro Dio ama e decide di essere con colui che ama, il suo Figlio, sempre anche nel momento più difficile della sua vita.
Senza la croce noi avremmo un’idea distorta di Dio, un’idea falsa. Solo la croce toglie ogni dubbio, è la rivelazione definitiva di Dio. La croce è l'abisso dell’amore eterno di Dio che entra nella storia, è il fuoco che Gesù è venuto a portare nella storia perché divampi nel mondo e raggiunga ogni uomo.
Il primo a capirlo è uno straniero, un soldato esperto nel dare la morte. 
È un pagano il primo ad esprimere il primo atto di fede di fede davanti allo spettacolo della croce: «Costui era davvero figlio di Dio». Che cosa ha visto in quella morte? Non un miracolo, non la risurrezione. Ha visto il capovolgimento del mondo, dove prima di quel gesto la vittoria era sempre del più forte, del più armato, del più spietato. Ha visto il supremo potere di Dio, che è un amore disarmato, “chi mette mano alla spada morirà di spada”; che è un amore, quello di Dio, che arriva a dare la vita anche a chi ti dà la morte, “perdona loro perché non sanno quello che fanno”. È un amore che è servire non rendere servi, “chi è più grande, colui che è a tavola oppure colui che serve? Non è forse colui che è a tavola? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve”. Un amore che è vincere la violenza prendendola su di sécome agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca”. 
La croce ci rivela che c’è un altro mondo, che non è quello spietato che abbiamo contemplato anche in questi giorni, che c’è una parola che non è vendetta, che non è violenza. Noi siamo disorientati davanti alla croce. Ci domandiamo “perché la croce?”, ma poi rimaniamo stupiti, come Maria, come le donne, come il centurione, come tutti coloro che nella fede ci hanno preceduto e che la fede ci hanno testimoniato, sentiamo che dalla Croce non dobbiamo, non possiamo fuggire, in essa troviamo anche i tratti della bellezza.
Ma solo nella fede possiamo dire questo, solo se questa fede si alimenta di giorno in giorno del costante donarsi di Dio nell’Eucaristia. Suprema bellezza della storia è la croce di Gesù accaduta sulla collina fuori da Gerusalemme: il Figlio di Dio si lascia inchiodare, povero e nudo, per morire d'amore. La nostra fede poggia sulla realtà più bella del mondo: un atto d'amore perfetto.
La croce è l'immagine più pura, più alta, più bella che Dio ha dato di se stesso. Da allora, «per sapere chi sia Dio devo solo inginocchiarmi ai piedi della Croce» (K. Rahner). 

(Fonte: Ermes Ronchi)

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