29 ottobre 2017 - Anniversari di matrimonio a Binago


Mentre preparavo questo momento mi sono domandato «ma che cosa c’è nel cuore di persone che ricordano una storia così lunga di fedeltà nel matrimonio? Cosa c’è nel cuore delle persone che incontrerò in questa celebrazione eucaristica, che hanno scelto di ridire al Signore che vogliono vivere la loro vocazione matrimoniale come vocazione nella Chiesa?».
Mi emoziona sempre pensare al fatto che un uomo e una donna possano scegliersi ogni giorno per tanto tempo, passando attraverso giorni lieti e tanti giorni tristi, conoscendo il tempo bellissimo della gioia - soprattutto quando è legata alla nascita di un figlio - e l’esperienza faticosa della sofferenza, della morte. Così, mentre pensavo a voi, che oggi siete qui a celebrare nuovamente la memoria grata del vostro matrimonio, pensavo anche a tanti amici, a tante amiche che stanno sperimentando quella particolare esperienza che è l’essere da soli dopo aver camminato insieme a una persona amata per tanto tempo. Ciò che mi sta cuore è che ciascuno di voi possa esprimere al Signore i propri sentimenti, quelli della gratitudine ma anche quelli della fatica, così come anche la domanda di una fede sempre più profonda perché l’esperienza della fede non è mai scontata ma si sceglie ogni giorno. Non si è discepoli del Signore una volta per sempre.
Paolo ci invita a coltivare dei sentimenti che ci mettano nell’atteggiamento di chi si pone con fiducia nel Signore. È proprio questo il fondamento del matrimonio cristiano: quello di dire “io amo questa donna, io amo quest’uomo” e quest’amore è già bellissimo, stra-ordinario, perché scelgo questa donna o questo uomo tra milioni e miliardi di altri… Già questo è straordinario. Bisogna chiedersi poi se è possibile custodire questo amore da soli? Se è possibile dire che “amerò sempre”, senza che qualcuno ci aiuti ogni giorno a riscoprire questo amore?. Noi cristiani crediamo che l’origine dell’amore non sia unicamente un sentimento o un’emozione o una mozione interiore, che non dipenda tutto da qualche ghiandola che ogni tanto scoprono essere nel nostro cervello, come a dire che siamo simili a dei robot. Noi cristiani crediamo che il nostro cuore, capace di amare, si educhi sempre di più a farlo nella misura in cui si pone con fiducia nel cuore di Dio. Dal tesoro della vostra vita voi traete cose antiche e cose nuove, potreste raccontarci tanti episodi, tanti aneddoti di un’esperienza di condivisione che vi ha portato oggi a ricordare dal 60° ai 5° anni di matrimonio. È un arco di tempo benedetto perché in questo tempo avete cercato, così come siete stati capaci e così come vi hanno aiutato, a cercare di custodire quella intuizione che vi portò all’inizio del vostro cammino a scegliervi. Certamente, per chi ha un po’ più di anni, questa scelta avveniva in un contesto molto facilitato dal fatto che era una cristianità diffusa, era quasi scontato scegliere il matrimonio cristiano - “in chiesa” come si dice. Il contesto attuale è molto più complesso, tanto che anche continuamente si mette in discussione cosa sia famiglia, continuamente si dice la famiglia tradizionale deve lasciare spazio ad altre forme di famiglia non ben definite nelle quali, in fondo, si dice, basta che ci sia l’amore. Ma se basta che ci sia l’amore non ha senso il matrimonio cristiano. Il vostro amore, ancora prima di essere benedetto da Dio era amato da Dio. Il fatto di dirlo a tutti pubblicamente, il fatto di prendersi un impegno, il fatto di dire alla comunità intera il desiderio di vivere da cristiano il matrimonio rende tutto diverso. Oggi con voi rendo grazie al Signore per questa esperienza che avete fatto e che fate, per tutto il bene che Lui vi ha donato in questi anni e per tutto il bene che voi avete donato a voi stessi, nel rapporto tra di voi, ai vostri figli, ai vostri nipoti, alla Comunità Cristiana. Noi ringraziamo il Signore per il cammino della vita insieme, sia nei giorni della felicità sia nei giorni della tristezza. Noi oggi vogliamo dire al Signore - voi lo dite in particolare ai nostri giovani - che è possibile vivere felici un rapporto di fedeltà. Voi ci ridite che è possibile oggi dire l’amore nella fedeltà. Anche questo è un annuncio che purtroppo suona nuovo in molti che invece pensano che l’amore sia soddisfare quello che oggi serve. C’è un racconto che amo molto e che mi emoziona sempre tanto: descrive l’amore come l’espressione autentica della fedeltà di Dio perché nel giorno del vostro matrimonio voi avete scelto di essere nel Signore ma in quel giorno Dio ha detto a ciascuno di voi “io, attraverso di voi, annuncio il mio amore, lo manifesto, lo rendo visibile”. Per questo si può essere fedeli.
Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un'ottantina di anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice. Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9,00.
Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse vederlo. Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita. Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita.
Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta. L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie. Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da tempo dall'Alzheimer. Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po' tardi. Lui mi rispose che lei non lo riconosceva già da 5 anni.
Ne fui sorpreso, e gli chiesi: "E va ancora ogni mattina a trovarla anche se non sa chi è lei?".
L'uomo sorrise dicendo: "Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi è lei".
Dovetti trattenere le lacrime... Avevo la pelle d'oca e pensai: "Questo è il genere di amore che vorrei nella mia vita”.


L’augurio che vi faccio è che in ogni stagione della vita il vero amore non sia solamente romanticismo, emozione. Il vero amore è accettare, accogliere tutto quello che è, tutto quello che è stato e tutto quello che sarà. Allora, con tanta fatica, nessuno lo nega, con tanto sacrificio - che vuol dire “rendere sacro”, “rendere di Dio” - voi sarete non solo oggi, non solo per i vostri figli e i vostri nipoti ma per tutti riflesso, anzi esperienza dell’Amore di Dio. 

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