28 dicembre 2017 - La compassione di Dio


Aleggia ancora il canto degli Angeli, è ancora festa nelle nostre case, Gesù è in mezzo a noi e ci parla di vita, ma allo stesso tempo risuona il pianto di tante mamme: quanta tristezza in tante case, quanti uomini ci parlano di morte!
Gesù bambino, il Dio con noi che si fa fragile e piccolo, è davvero uomo e sperimenta come l’uomo sia sempre minacciato ed esposto a quella che spesso ci appare una violenza cieca e assurda, che non risparmia neppure l’innocenza dei bambini.
E quando ci troviamo di fronte al dolore innocente la fede si interroga: perché il Signore permette questo, perché non ferma la mano degli assassini, perché non sopprime il tiranno e non salva l’innocente? 
Dio interviene, Dio viene in aiuto, Dio soccorre, ma non con la sua onnipotenza bensì con la sua compassione, non salva dal dolore ma nel dolore, non salva dalla morte ma nella morte. La compassione di Dio, cioè il suo patire insieme con i suoi figli è la sola risposta accettabile, nella speranza della risurrezione.
Ma la compassione di Dio ha le mie mani, le mie parole, i miei sogni. La compassione di Dio si rivela quando non accetto passivamente che la realtà mi consegni il grido rinnovato di Rachele in Rama, di ogni madre in ogni angolo della terra dove il male colpisce i più indifesi, i più deboli, i bambini.
La compassione di Dio si rivela quando scelgo di non essere come Erode che pensa solo al suo benessere. 
La compassione di Dio si rivela nella prontezza di Giuseppe che sogna una speranza e ha il coraggio di affidarsi a Dio che guida per strade sconosciute, attraverso vie che appaiono comunque piene di difficoltà, ma quel Dio quelle strade e quelle vie non permette che siano percorse da soli.
Chiedo al Signore per me e per ciascuno di voi il coraggio di Giuseppe. La forza umile di un uomo che sfida la forza dei soldati, l’odio dei tiranni, la sfiducia e la paura del futuro. Chiedo al Signore di prendermi a cuore ogni vita che mi è affidata, di  non trascurare nulla del bene che posso fare io qui ora. Eserciterò il cuore a non abituarmi al grido del dolore innocente; non punterò il dito contro un Dio crudele e ingiusto ma racconterò con la mia vita questa passione di Dio per l’uomo, che chiede a me che di Dio sono figlio di non dimenticarmi di nessuno dei miei fratelli.
Buona giornata!


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