1 gennaio 2018 - Buon anno!


Prima di quel tempo chi avrebbe mai dato retta ai racconti di pastori che con gli occhi ancora colmi di stupore narravano di angeli, di, luci, di canti, di un bambino che ha come culla una mangiatoia? Storie straordinarie che gente così semplice non si poteva certo inventare e per quanto non godessero di grande stima certo era che qualcosa di nuovo avesse incrociato quelle misere esistenze. Dio ci parla ancora oggi e lo fa attraverso la parola autorevole del Magistero della Chiesa, che in ascolto dello Spirito, indica la strada del Vangelo per questo tempo. Dio parla nei racconti semplici della vita di tanti uomini e donne che in ascolto dello Spirito lasciano che la propria vita sia abitata da Dio. Non ci sono apparizioni di angeli o canti melodiosi, più spesso tanta fatica e sofferenza ma ugualmente la gioia di quell’incontro con la tenerezza di Dio che si fa bambino.
Maria custodisce lo stupore nel silenzio del cuore, l’unica che avrebbe parole sapienti da dire tace e ci insegna come la vita sia anche fatta di silenzio, quell’esperienza di intimità con noi stessi che ci è stata rubata dal rumore di tante parole inutili, come dal frastuono di una liturgia fatta di auguri senza amore, di cibo sprecato, di regali inutili. Il silenzio del cuore per saper poi celebrare in modo autentico la liturgia della vita in una parola di augurio sincero, nel saper apprezzare ogni realtà come dono di Dio, per decidere che la vita stessa sia un dono.
La gioia dei pastori è contagiosa, loro i dimenticati dagli uomini primi testimoni e missionari dell’evento che cambia la storia di tutti gli uomini e chissà quante volte Maria avrà raccontato al suo bambino di una notte iniziata tra il rifiuto di chi, rispettabile e giusto, non aveva posto da offrire nella sua casa e conclusa nel calore della casa che è il cuore dell’uomo semplice che si apre allo stupore.
Nel mistero del Natale accogliamo Dio che prende il nome di uomini, non più l’impronunciabile nome di Dio ma quello che è già un programma di vita: Dio salva, Gesù “l’unico nome nel quale troviamo salvezza”. Dire salvezza significa dire che solo l’intervento di Cristo può aggiustare quello che di rotto c’è ne cuore. “O Dio vieni a salvarmi”, sia questa la preghiera che accompagna l’inizio di questo nuovo anno, sia questo l’augurio autentico che ci regaliamo dicendoci buon anno: che l’incontro con Gesù risani i nostri cuori che capaci di rinnovato silenzio siano cantori stupiti delle opere di Dio.
Buon anno!


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