30 dicembre 2018 - Domenica nell'Ottava del Natale


In questi giorni più volte mi hanno fatto questa domanda: "ma come sono andate le feste? Come hai vissuto le feste?", e chiaramente ciascuno risponde, io rispondo nel modo in cui lo abbiamo sperimentato. Ma poi mi sono domandato "come hanno vissuto le feste le persone che mi sono care, le persone che mi sono affidate?". Il mio pensiero è andato a Claudio che proprio in questi giorni ha perso la mamma; ad Andrea che non ha più una casa perché è stato sfrattato; a Paola che ha saputo proprio pochi giorni fa di essere in attesa del terzo figlio; ad Ivan che ha perso il lavoro e non come fare per mandare avanti la sua famiglia; ho pensato ad Alessandro che ormai da alcuni anni non vive più il Natale perché proprio in questo tempo ha vissuto un dolore così grande che gli impedisce di essere lieto; ho pensato ad Emanuela che proprio l'antivigilia ha accompagnato in ospedale suo figlio per una malattia grave. E così tutti noi potremmo raccontare qualche storia, qualche momento della nostra vita lieto o triste che ha caratterizzato queste feste.
Come abbiamo vissuto le feste? Come abbiamo vissuto questo Natale che abbiamo preparato con un intero avvento. E forse anche noi il giorno di Natale siamo stati tra quelli che occupati da così tante cose ci siamo dimenticati di dire una preghiera o di ricordarci che il Natale è il Natale di Gesù, che il Natale è certamente tutto quello che di bello abbiamo preparato, ma che perché sia differente ha bisogno che al centro ci sia Gesù.
La domanda che ho nel cuore è "quanto c'entra Gesù con la mia vita?”. Quanto vorrei che lo fosse di più, quanto sarei più lieto se Lui fosse davvero il Signore della mia vita. Perché noi abbiamo celebrato il Natale di Gesù, ma ora dobbiamo celebrare il nostro natale, il momento in cui lasciamo che Gesù nasca veramente in noi; il momento in cui noi sentiamo nostra questa parola: "a quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figlio di Dio", non solo una possibilità, un potere, una forza, qualcosa che non ti lascia come prima. Questo vorremmo tenere nel cuore oggi e dire Signore siamo qui ancora una volta a celebrare l'Eucaristia non perché dobbiamo ma perché sappiamo che l'unica possibilità che abbiamo di vivere una vita autentica è stare in comunione con te. Perché la differenza la fa una piccola parola: come. Gesù quando parla di sé e del suo rapporto con il Padre dice sempre io dico quello che mi ha detto il Padre e a noi dice siate perfetti come il Padre vostro, siate misericordiosi come il Padre vostro. Come, che non è una quantità ma uno stile, un modo. Non saremo mai come Gesù, ma noi siamo stati creati in Lui, Lui è il prototipo, è il punto di riferimento, quanto più ci avviciniamo a Lui la nostra vita è autentica. Quanto più siamo lontani da Lui diventiamo una brutta copia. Per questo veniamo all'Eucaristia, non perché dobbiamo ma perché sappiamo che unicamente questa parola, questi gesti d’amore ci cambiano. Laddove c’è più Dio non c’è meno libertà, meno possibilità di fare come voglio ma c’è più io perché Dio mi ha creato così, ad immagine sua, mi ha creato luminoso come lui, mi ha creato portatore di bellezza, di gioia come lui. Nella misura in cui io sono in comunione con lui tutto questo diventa vero. Anche se attraversiamo tempi oscuri, quelli che sono legati alle storie delle nostre famiglie, anche se ogni giorno veniamo inondati di notizie che ci descrivono un mondo brutto, quasi indegno, noi umilmente siamo qui a dire Signore, noi crediamo ed il motivo per cui noi siamo qui, oggi è che la luce non è sconfitta dalle tenebre, che Tu sei la Luce del mondo, io oggi la prendo e la porto nel mondo. Voglio che il mio sguardo sia luminoso, che i miei occhi lo siano anche nel dolore, voglio che le mie parole siano luminose anche quando non ne ricevo di buone, voglio che i miei gesti siano limpidi anche quando qualcuno mi fa del male. Allora è Natale anche per me, allora il Natale davvero prende vita in me, io sono realmente come Te. La differenza, la distanza non è un limite che mi fa sentire peccatore, ingiusto ma è la strada che ancora devo fare per arrivare da Te.
Chiediamo al Signore che sia così il nostro tempo di Natale: il desiderio di essere come lui, il desiderio che lui faccia parte della mia vita in ogni momento, sia che questo sia lieto sia che questo sia triste perché saprò in ogni momento, come ha fatto Lui, dare valore ad ogni persona, ad ogni realtà, ad ogni gesto. Saprò dare valore anche all’estremo gesto, quello che celebriamo in ogni Eucaristia, la morte perché porta vita, perché in Dio è luce, perché Dio è solo Luce e le tenebre, pur non avendolo accolto, non hanno potuto impedirgli di risplendere. Che la nostra vita sia così: una testimonianza luminosa del nostro appartenere al Signore non come sudditi, non come schiavi ma come figli.

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