21 marzo 2019 - A pregare si impara pregando




Sempre mi chiedo a che serve la preghiera. Se Dio sa già tutto, perché raccontarglielo? Se Dio è così buono, perché insistere con Lui? Non è tanto facile trovare risposte che convincano razionalmente; tant’è vero che alcuni per questo motivo si rifugiano solo nella preghiera di lode, di amore. In realtà però la preghiera di lode, se vuol essere preghiera cristiana, è anche preghiera di domanda, preghiera del peccatore che si rivolge a Dio.
Ma in fondo la preghiera di Gesù è l’argomento decisivo: dobbiamo unirci alla sua preghiera; se Lui ha pregato, vuole che preghiamo con Lui e quindi viviamo la nostra esperienza di preghiera che si giustifica da sola. [...]
Nella vita di fede ci si accorge che non si può fare a meno della preghiera di domanda, di lode, di intercessione, di pentimento. C’è una automistificazione che è, in qualche maniera, quella delle cose fondamentali: perché respirare? Non c’è bisogno di un motivo, è la vita che porta a farlo. Perché vivere? È la vita che porta a vivere. perché pregare? È la fede che porta a pregare, la preghiera è fede espressa.
(Carlo Maria Martini)

A pregare si impara pregando, c’è un luogo di intimità profonda nascosto, segreto a tutti che è abitato solo da Dio, in cui nessun altro può entrare. Scegliamo di dedicare un tempo e un luogo alla preghiera personale di profonda comunione con il Signore. Ci può essere di aiuto la disponibilità di queste mattine nelle quali abbiamo rinunciato a qualche quarto d’ora di sonno per essere presenti all’Eucaristia. Non rinunciamo alla preghiera, perché la preghiera non è tutto ma tutto passa dalla preghiera.

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