Che cosa cerchi?


Giovanni è un maestro riconosciuto e affermato, ha dei discepoli attorno a sé, è ritenuto un profeta. Non è l’unico profeta, ma la Parola di Dio risuona nelle sue parole e anche a lui è chiesto di illuminare le attese sul senso della storia e del suo compimento con la venuta del messia. Egli annuncia che tra i suoi discepoli c’è una presenza non ancora conosciuta dagli altri, la presenza di un uomo che, pur seguendo lo stesso Giovanni come discepolo, è più grande di lui, al punto che egli si dice indegno di slegargli il laccio dei sandali. Giovanni va però oltre a questo annuncio e a due discepoli indica colui del quale ha parlato, definendolo Agnello-Servo di Dio. Questi due discepoli per primi lasciano Giovanni per seguire Gesù. Si mettono sulle sue tracce, nel deserto; Gesù allora si volta e chiede loro: “Che cosa cercate?”.
È la prima parola di Gesù nel quarto vangelo, sotto forma di domanda, un interrogativo che Gesù rivolge ancora oggi a ciascuno di noi: “Che cosa cerchi? Qual è il tuo desiderio?”. Gesù non fa un’affermazione, una dichiarazione ma pone una domanda: “Cercate qualcosa? E che cosa?”. Così chi si mette sulle tracce di Gesù deve cercare di rispondere innanzitutto a questa domanda, deve cercare di conoscere il proprio cuore, di leggerlo e scrutarlo, in modo da essere consapevole di ciò che desidera e cerca. È proprio vero solo quando accogliamo o ci facciamo domande superiamo  le chiusure che ci bloccano, e ci apriamo. L’emergere e il suono di una domanda vera sono come la grazia che viene e apre, anzi a volte scardina…
Ma la ricerca, quando è consapevole, chiede di muoverci, di fare un movimento, di andare, cioè di seguire chi ha suscitato la domanda: “Venite e vedrete”, perché questa è la risposta alla contro-domanda dei due: “Rabbi, dove dimori?”. Seguendo si compie un cammino dietro a Gesù e si arriva dove lui sta, dimora. E dove lui dimora, il chiamato, diventato discepolo, può dimorare, restare, abitare, sentirsi a casa. Ecco la dinamica del nostro incontro con il Signore: cercare, seguire, dimorare. Queste sono anche le attitudini essenziali per conoscere e vivere l’amore. L’amore è cercato dal desiderio, deve essere seguito su cammini a volte faticosi e pieni di contraddizioni, ma, se lo si segue, alla fine lo si conosce e in esso si resta, si dimora. Il vero amore è un abitare nell’amore dato e ricevuto.
Quel giorno in cui i primi discepoli hanno cercato Gesù, lo hanno seguito e sono restati presso di lui, è stato decisivo per tutta la loro vita, ricordano anche l’ora, che da quel momento in poi non è stata altro che un cercare Gesù, un seguirlo e un cercare di vivere con lui, perseveranti con lui: è la vita cristiana! Davanti al discepolo c’è sempre e solo un Agnello, un Servo, in ogni caso una creatura mite, inoffensiva, che “porta” i pesi degli altri e non li mette sulle spalle degli altri; c’è qualcuno che dà la propria vita, spende la propria vita e la offre in sacrificio.
Oggi sinceramente cerchiamo di rispondere alla domanda di Gesù: “Che cosa cerchi?”.
(da una lectio di Enzo Bianchi)

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