Uno dei Dodici



Uno dei Dodici, uno che era stato con Lui, un suo amico: ecco chi è Giuda. Mi colpisce sempre questa apparentemente semplice annotazione, perché parla della libertà di Gesù, della libertà dell’uomo. Il vangelo ci parla di chi sia l’uomo davanti a Dio. 
Gesù ha chiamato a sé, alla sua sequela, degli uomini che hanno risposto liberamente e hanno abbandonato tutto – la famiglia, il paese, il mestiere – per seguirlo. Chiamo a sé quelli che volle, e altri che volevano seguirlo non trovarono posto nella sua comunità. Il Vangelo di Marco narra che Gesù passò la notte in preghiera, pensando davanti al Padre, sotto la guida dello Spirito santo, per comprendere chi doveva scegliere e istituire quel gruppo come “apostoli”. E al mattino “chiamò a sé quelli che voleva” e “ne fece dodici, perché stessero con lui e per mandarli a predicare” (Mc 3,13-14). Gesù decide, sceglie dopo aver pensato e pregato davanti al Padre, conosce e chiama ciascuno per nome.
Ma tra quei Dodici c’è un discepolo che tradirà Gesù, favorendo la sua cattura e dunque la sua passione e morte: Giuda Iscariota, nome che troviamo all’ultimo posto nella lista degli evangelisti, ma pure lui chiamato, scelto e amato da Gesù! E ci domandiamo come sia stato possibile, come ha potuto Gesù sbagliare nella sua scelta? Innanzitutto Gesù ha scelto tra coloro che ha incontrato, la sua scelta non è stata come quella di chi deve selezionare un attore per un film, oppure deve trovare un profilo di competenza professionale per un progetto. Inoltre è possibile che una scelta si riveli nel tempo sbagliata perché questa scelta non toglie la libertà di ciascuno, che può perfino arrivare, come Giuda, a negare tutto il cammino compiuto con Gesù.
Questo è l’enigma del male, l’azione dell’avversario, di satana in un discepolo di Gesù: è realtà impossibile da spiegare, comprendere, giustificare…
Credo sia bene sostare su questa evento della vita di Gesù. Può esserlo per i genitori che fanno i conti con un fallimento nel cammino di vita dei loro figli; per chi sposo, sposa nella gioia sperimenta l’abbandono e la negazione di un amore che era detto per sempre; per gli insegnanti che si trovano talora delusi dagli alunni sui quali avevano investito maggiormente; per gli educatori che moltiplicano il loro impegno per trovarsi talora abbandonati quando chiedono un salto di qualità.
Nella Chiesa poi capita, e ultimamente molti lo hanno tristemente confermato, che essere chiamati non basti per essere adeguati al proprio ministero.
La vicenda di Giuda ci insegna che è difficile fare un discernimento sulle persone senza mettere in conto un possibile fallimento. Ma questo è il passaggio necessario  della vita perché siamo pienamente uomini quando siamo pienamente liberi, al punto da arrivare anche a rifiutare, a svilire, a tradire colui che avevamo scelto come Signore, il dono del Padre. 
La triste vicenda di Giuda oggi ci ricorda che essere discepoli di Gesù è una scelta quotidiana libera e per amore, perché il Maestro che vogliamo seguire è colui che sceglie di vivere tutta la vita, fino alla morte, liberamente e per amore.

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