Domenica di Pentecoste - 31 maggio 2020


Ci hanno ubriacata di parole in questo tempo e, anche nel cercare questo evento della pandemia, abbiamo tante interpretazioni: c’è chi grida al complotto, a una volontà malefica di diffondere questo virus per danneggiare, non si sa bene in che modo, chi; c’è chi la attribuisce a un’opera demoniaca e questa corrente di pensiero continua ad alimentare questa idea che il virus sia opera del demonio; c’è chi affida tutto alla responsabilità dell’uomo che si comporta male e la natura ha reagito; c’è chi dà la colpa a Dio che finalmente ha iniziato a punire un po’ di persone cattive e non si capisce perchè abbia iniziato da una parte, perchè abbia risparmiamo alcuni… forse è un Dio che non conosciamo. Tutti cercano di dare la colpa a qualcuno, come se in fondo avessimo bisogno di guardare la realtà con occhi negativi per sentirci giusti, come accade sempre: se c’è qualcuno che ha sbagliato più di men, io sono meglio. Ci hanno ubriacato di parole e anche io sono un po’ stanco di parlare e ascoltare. Ho pensato allora di recuperare un racconto che mi piace molto perchè nel Vangelo che abbiamo ascoltato si parla molto di vedere. In Giovanni vedere è l’equivalente di credere. Non sposo nessuna delle tesi di prima, ma nel racconto si fa riferimento a un’opera demoniaca perchè in realtà il male, che rimane il grande enigma della storia, noi lo conosciamo per differenza dall’amore di Dio e crediamo che Dio si faccia carico del male e lo abbia fatto in Gesù, lo stesso che oggi non celebriamo, lo stesso che diciamo “ci ha donato il Suo Spirito”.


Un giorno Satana scoprì un modo per divertirsi. Inventò uno specchio diabolico che aveva una magica proprietà: faceva vedere meschino e raggrinzito tutto ciò che era bello e buono.

Satana se ne andava in giro dappertutto con il suo terribile specchio. E tutti quelli che ci guardavano dentro rabbrividivano: ogni cosa appariva deformata e mostruosa.

Il maligno si divertiva moltissimo con il suo specchio: più le cose erano ripugnanti più gli piacevano. Un giorno, lo spettacolo che lo specchio gli offriva era così piacevole ai suoi occhi che scoppiò a ridere in modo scomposto: lo specchio gli sfuggì dalle mani e si frantumò in milioni di pezzi.

Un uragano potente e maligno fece volare i frammenti dello specchio in tutto il mondo. Alcuni frammenti erano più piccoli di granelli di sabbia ed entrarono negli occhi di molte persone. Queste persone cominciarono a vedere tutto alla rovescia: si accorgevano solo di ciò che era cattivo e vedevano cattiveria dappertutto.

Altre schegge diventarono lenti per occhiali. La gente che si metteva questi occhiali non riusciva più a vedere ciò che era giusto ed a giudicare rettamente.

E mi domando: quante persone ho già incontrato che vivono così? Che guardano la realtà in questo modo?

Qualche pezzo di specchio era così grosso, che venne usato come vetro da finestra. I poveretti che guardavano attraverso quelle finestre vedevano solo vicini antipatici, che passavano il tempo a combinare cattiverie.

Quando Dio si accorse di quello che era successo si rattristò. Decise di aiutarli.

Disse: "Manderò nel mondo mio Figlio. È Lui la mia immagine, il mio specchio. Rispecchia la mia bontà, la mia giustizia, il mio amore, la misericordia. Riflette l'uomo come io l'ho pensato e voluto".

Gesù venne come uno specchio per gli uomini. Chi si specchiava in Lui riscopriva la bontà e la bellezza e imparava a distinguerle dall'egoismo e dalla menzogna, dall'ingiustizia e dal disprezzo.

I malati ritrovavano il coraggio di vivere, i disperati riscoprivano la speranza. Consolava gli afflitti e aiutava gli uomini a vincere la paura della morte.

Molti uomini amavano lo specchio di Dio e seguirono Gesù. Si sentivano infiammati da Lui.

Altri invece ribollivano di rabbia: decisero di rompere lo specchio di Dio Padre e Gesù fu ucciso. Ma ben presto si levò un nuovo possente uragano: lo Spirito Santo.

Sollevò i milioni di frammenti dello specchio e li soffiò in tutto il mondo.

Chi riceve anche una piccolissima scintilla di questo specchio nei suoi occhi comincia a vedere il mondo e le persone come li vedeva Gesù: si riflettono negli occhi prima tutto le cose belle e buone, la giustizia e la generosità, la gioia e la speranza; le cattiverie e le ingiustizie invece appaiono modificabili e vincibili.


Non so voi come immaginiate lo Spirito Santo: una forza, un fuoco, un vento leggero, una colomba.. Non so come lo pensiate voi. Io più che pensato vorrei viverlo: vorrei che lui mi abitasse, vorrei che lui mi riportasse al cuore in ogni istante le parole di Gesù, che mi riportasse al cuore in ogni istante il suo modo di vedere la vita, di agire, di scegliere, di donarla la vita. Questo è il dono dello Spirito che chiedo per me: che si rinnovi in me questo desiderio di vedere la realtà con gli occhi di Dio. Allora, certo, capiterà anche a me qualche volta di cadere nel tranello di dare la colpa a qualcuno, di trovare per forza qualcuno peggio di me così da sentirmi meglio, capiterà ancora di dare tutta la colpa a un male che non conosco, a un dio che ancora non conosco, a mio fratello o a mia sorella accanto, ma vorrei che questo Spirito innanzitutto mi aiutasse a riscoprire il progetto buono di Dio Padre sull’umanità. Anche se non ho tutte le risposte, anche se non posso cambiare la storia degli uomini, posso lasciare che Dio mi aiuti a cambiare la mia perchè possa essere, come i primi discepoli di Gesù, capace di parlare lingue nuove, di parlare a tutti dell’unico messaggio della Pasqua: Gesù Cristo, il Crocifisso, è Risorto. Lui è l’unico nostro necessario Salvatore. Che sia questa per tutti noi davvero Pentecoste!


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