Maria Madre della Chiesa - lunedì 1 giugno 2020


Non sappiamo quando Maria è rimasta vedova, lo possiamo intuire dal fatto che ad un certo punto Giuseppe scompare. È vero che la sua presenza è sempre molto silenziosa. Non sappiamo in quale momento della vita di Gesù sia venuta meno questa figura così preziosa e discreta. Pensando a queste parole penso che Gesù abbia avuto in mente anche la sua mamma. Tutto quello che lui ha imparato, lo ha imparato mettendosi in ascolto, guardando, osservando e, come da Maria e Giuseppe ha imparato ad ascoltare la parola, ad imparare quelle parole che poi sono diventate la sua vita, sicuramente è passato anche attraverso dei gesti. Allora mi piace pensare che anche attraverso quel gesto delle poche monete messe nel tesoro del tempio ci sia Maria, a ricordarci quello che è fin dall’inizio: un gesto umile e totale, come sulle due monetine della donna vedova che ha messo tutto quello che aveva. Così Maria ha messo tutto quello che aveva, non ha tenuto nulla per sè, neppure il suo corpo, i suoi tempi, la sua storia, i suoi progetti… la sua grandezza è proprio nella fiducia totale, come quello di questa donna vedova che non ha nulla per sé ma crede fortemente che Dio sia sufficiente. Dette cose sembrano parole poetiche, ma nella vita concretamente cosa significano? A volte è facile anche per me dire parole belle ma che sono distaccate dal quotidiano, dalla vita di ogni giorno perchè ci sono veramente persone che non hanno il necessario per vivere, ci sono veramente persone che oggi piangono perché non possono dare ai propri figli il necessario per vivere bene. È vero che oggi ci sono padri che non dormono perchè non hanno neppure due spiccioli per la propria casa. Questo brano di Vangelo, allora, ci ricorda che avere piena fiducia in Dio Padre come ha fatto Maria non è la strada che permette di diventare milionari senza problemi, persone ricche che non hanno bisogno di contare il denaro per arrivare a fine mese, ma significa credere che Dio è Provvidenza e investe tutti coloro che hanno a disposizione dei beni della responsabilità di farsene carico.
Gesù dice “non è quanto di superfluo hanno dato i ricchi che cambia la storia, è la fedeltà del povero” perché il ricco è un magnate che ogni tanto fa sapere a tutti quanto è generoso, ma la nostra Chiesa, il nostro Oratorio, i luoghi della Comunità sono il frutto del dono puntuale e continuo di persone molto semplici e più povere.
Oggi teniamo nel cuore il desiderio di rinnovare la nostra fiducia come Maria nel Dio di Gesù Cristo, che è Provvidenza. Lo facciamo usando questo invito della prima lettura “ricordati (cioè riporta al cuore) che Dio è stato fedele”. Spesso quando celebriamo in mezzo a una tempesta come quella di questo tempo ci dimentichiamo dell’opera di Dio, quando siamo nell’affanno ci sembra che tutto sia indistinto, che tutto sia confuso e ci dimentichiamo. Ricordati, riporta al cuore! Fai come Maria che teneva ogni cosa nel suo cuore, anche quello che non capiva, anche quello che era difficile. Ci sarà un momento in cui diventerà chiaro, in cui comprenderò, in cui mi accorgerò che Dio non mi ha mai abbandonato, che tenendolo nel cuore mi ha permesso di avere una rinnovata fiducia, una speranza certa e una capacità di amare concretamente arrivando a dare non il superfluo ma la mia stessa vita. Credo che allora possiamo davvero intercedere presso Maria Madre della Chiesa, madre di una realtà fatta di figli un po’ incapace di ricordare i doni di Dio, a partire da quei giorni della Pasqua e Pietro, Tommaso, Giuda, i giorni in cui la speranza sembra ormai persa come per Cleopa e il suo amico mentre vanno ad Emmaus. Invece lei custodisce la fede e la speranza, in quella carità che solo le madri conoscono, in un cuore che si moltiplica, che non tiene nulla per sé, che esorta, che si commuove, che partecipa della vita dei suoi figli. Madre della Chiesa non è solamente perchè la Chiesa trionfi, perchè nessuno ne parli male o perchè possa dire ancora la propria forza. Madre, come fa ogni mamma che difende i suoi figli, soprattutto quando sono ammalati e deboli, quando sono soli. Di questa madre abbiamo bisogno per la nostra Chiesa, ferita dalle contraddizioni dei suoi figli, ferita quando sembra non essere capace di leggere le situazioni della vita di tutti i giorni, ferita quando non ascolta la Parola di Dio, quando non si fida neppure dei suoi santi pastori. A Maria chiediamo la grazia di saper ricordare, la grazia di saper donare tutta la vita e chiediamo il dono rinnovato di una fede autentica, di una speranza certa, di umiltà profonda e di una carità perfetta.
Che Maria ci aiuti a guardare così, impariamo da lei a ricordare, a custodire ogni cosa. Verrà il tempo in cui capiremo. 

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