La pratica dell'attesa
Via Francigena (Google immagini) |
In che modo attendiamo? Aspettiamo insieme, con la parola di Dio in mezzo a noi.
Aspettare è prima di tutto un aspettare insieme. Uno dei passi più belli della Scrittura è Lc 1,39-56, che ci narra della visita di Maria ad Elisabetta. Cosa accadde quando Maria ricevette le parole della promessa? Andò da Elisabetta. Qualcosa stava accadendo ad Elisabetta così come a Maria. Ma come poterono viverlo fino alla fine?
Trovo l’incontro di queste due donne molto toccante, perché Elisabetta e Maria si incontrarono e favorirono l’una l’attesa dell’altra. La visita di Maria rese Elisabetta consapevole di ciò che stava aspettando. Il bambino sussultò di gioia in lei. Maria confermò l’attesa di Elisabetta. E allora Elisabetta disse a Maria: “Beata colei che ha creduto alle parole del Signore” (Lc 1,45). E Maria rispose: “L’anima mia magnifica il Signore” (Lc 1,46). Ella trabocca esultante di gioia. Queste due donne si sono create reciprocamente lo spazio per aspettare. Hanno confermato l’una per l’altra che stava accadendo qualcosa che valeva la pena attendere.
Qui vediamo un modello per la comunità cristiana. È una comunità di sostegno, celebrazione e proclamazione che noi possiamo far crescere ciò che è già iniziato in noi. La visita di Elisabetta e Maria è nella Bibbia una delle espressioni più belle di ciò che significa formare comunità, essere insieme, riuniti attorno ad una promessa, proclamando ciò che sta accadendo tra noi.
È questo che la preghiera esprime. È adunarsi insieme attorno alla promessa. In questo consiste la celebrazione. E’ far crescere ciò che c’è già. In questo consiste l’Eucaristia. È dire “Grazie” per il seme che è stato piantato. E dire “Stiamo aspettando il Signore, che è già venuto”.
Tutto il significato della comunità cristiana sta nell’offrire l’uno all’altro uno spazio in cui aspettiamo ciò che abbiamo già visto. La comunità cristiana è il luogo in cui manteniamo viva la fiamma tra noi e la prendiamo seriamente, così che possa crescere e diventare più robusta in noi. In questo modo possiamo vivere con coraggio, con la fiducia che c’è una forza spirituale in noi che ci permette di vivere in questo mondo senza venire continuamente fuorviati dalla disperazione. Questo è il modo in cui osiamo dire che Dio è un Dio d’amore anche quando vediamo odio tutt’intorno a noi. Questo è il motivo per cui possiamo annunciare che Dio è un Dio di vita anche quando vediamo morte e distruzione e angoscia tutt’intorno a noi. Noi lo diciamo insieme. Lo confermiamo l’uno nell’altro. Aspettare insieme, alimentare ciò che è già cominciato, attendere il suo compimento: questo è il significato del matrimonio, dell’amicizia, della comunità e della vita cristiana.
In secondo luogo, il nostro attendere è sempre plasmato dalla nostra attenzione alla parola. È attendere nella consapevolezza che qualcuno vuole parlarci. La domanda è: siamo presenti? Siamo in casa, pronti a rispondere al campanello della porta? Abbiamo bisogno di aspettare insieme per tenerci spiritualmente in casa l’un l’altro, così che quando la parola entrerà possa diventare carne in noi. Questo è il motivo per cui il Libro di Dio è sempre in mezzo a coloro che si radunano. Leggiamo la parola così che la parola possa diventare carne ed avere una nuova vita in noi.
Simone Weil ha detto: “Aspettare pazientemente nella speranza e il fondamento della vita spirituale”. Quando Gesù parla della fine dei tempi, parla precisamente dell’importanza dell’attesa. Dice che nazioni combatteranno contro nazioni e che ci saranno guerre e terremoti e sofferenza grande. Gli uomini saranno molto angosciati e diranno: “Il Cristo e la! No, e qui!”. Molti resteranno sconcertati, e molti saranno ingannati. Ma Gesù dice: dovete stare pronti, rimanere svegli, restare in sintonia con la parola di Dio, così che possiate sopravvivere a tutto quello che sta per accadere ed essere capaci di stare fiduciosamente (cum-fide, con fiducia) alla presenza di Dio insieme nella comunità (cfr. Mt 24). Questo è l’gatteggiamento dell’attesa che ci permette di essere il popolo che può vivere in un mondo molto caotico e sopravvivere spiritualmente.
(Henry J.M Nouwen, Il sentiero dell'attesa, Queriniana, pp. 15-19)
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