La meta è già nel cammino

 


Lunedì 4 ottobre 2021 ho affrontato e superato l’esame di grado  che mi ha permesso di ottenere la Licenza Canonica in Teologia con specializzazione in Teologia Morale

Alla conclusione di un percorso sono molti i motivi per cui ringraziare.

La strada del ritornare a studiare comincia molto tempo fa quando don Franco Bonatti, il mio Parroco a Sesto Calende, mi iscrive alla Facoltà di Teologia di Lugano per conseguire la Licenza Canonica in Teologia con specializzazione in Teologia Morale. Don Franco, dopo aver trovato la mia tesina di Bacellierato, è convinto che io debba tornare a dedicare tempo allo studio e si adopera perché questo avvenga. In realtà prima di arrivare a Sesto mi ero iscritto alla Facoltà Teologica di Milano per frequentare alcuni corsi di Sacra Scrittura ma senza poi poter sostenere gli esami, perché quando avevo lezione immancabilmente c'era un funerale e al mio Parroco di allora che io insegnassi e che andassi in Facoltà non interessava proprio.

In questo percorso ho incontrato tante persone che mi hanno sostenuto ed esortato a continuare il cammino. 

Ringrazio per la stima che don Franco ha sempre avuto nei miei confronti. Don Franco è ed è stato Padre per me, da lui ho imparato che la vita di un presbitero ha come cuore la relazione con Dio e con le persone, tutte le persone che la Provvidenza dona di incontrare. 

Ringrazio per l'incontro con la Professoressa Paola Barbero, docente di Diritto Canonico. Lei mi ha insegnato che la legge ha un cuore e che il cuore della legge è il perdono. A Paola devo la spinta che mi ha consentito di non fermarmi. In particolare ho dedicato a lei la tesi, perché mentre combatteva con il cancro, che poi l'avrebbe vinta nel settembre 2013, mi scriveva: "caro don Roberto, io La sprono a non abbandonare lo studio. Non disperda i doni che ha ricevuto! Continuare, sia pure con fatica perché pressati da tante responsabilità, un percorso formativo non può che arricchirLa ulteriormente. Renderà un servizio sempre migliore ai Suoi Studenti ed alla Sua Comunità”. 

Ringrazio per il Professore André-Marie Jerumanis, medico, teologo, parroco, curatore della tesi. La sua pazienza, la sua comprensione e il suo sostegno mi hanno condotto fino all’esito finale.

Ringrazio il Rettore e il Decano della Facoltà che mi hanno consentito di raggiungere il titolo.

Ringrazio per gli amici e le persone speciali che non hanno mai smesso di avere fiducia in me, in particolare chi mi ha sostenuto in questi ultimi mesi, senza di loro tutto sarebbe stato ancora più difficile. Un pensiero particolare per Mamma Maria che ha sostenuto la fatica di questo ultimo periodo.

Ringrazio la Comunità delle Suore della Carità della Santa Croce di Ingenbhol, alle quali appartiene mia zia suor Lucia. Nel mese di luglio 2020 sono stato accolto nella loro casa a Besozzo e lì ho avuto la possibilità di iniziare la scrittura della tesi. Con la Comunità ho condiviso ogni giorno la preghiera e la Santa Messa: alla Superiora, alla zia Suor Lucia e a ciascuna delle Suore la mia sincera gratitudine.

Ho accolto la spinta di dedicare tempo allo studio per “non far fare brutta figura al Signore e alla Chiesa”. Non è certo necessario compiere un ulteriore corso di studi universitari per dare maggiore qualità alla propria predicazione, alla catechesi, al celebrare, al testimoniare ma lo studio metodico coltivando un interesse particolare fa crescere nella carità pastorale.

La Facoltà Teologica di Lugano è giovane, nata dall’intuizione del vescovo ticinese Eugenio Corecco. È una realtà piccola dove ho trovato persone dedite e appassionate al loro lavoro. 

Ho avuto modo di conoscere diverse realtà ecclesiali e di confrontarmi con Professori che non essendo italiani guardavano alla mia realtà con occhi diversi, permettendomi di cogliere un modo altro di descrivere la mia Chiesa e la mia società di appartenenza.

Ho scelto la teologia morale in particolare perché volevo concentrare la mia ricerca sulla bioetica. La domanda sul tema dell’interpretare, accogliere e accompagnare la sofferenza, il tema del nascere e del morire sono stati il cuore dei miei studi per molto tempo. Anche la tesi originariamente aveva come tema la riflessione sulle cure palliative. Quando il Professore mi ha dirottato sul tema della famiglia prendendo in considerazione Amoris laetitia, mi sono fidato. Da questa sua intuizione è nato il confronto con questo meraviglioso documento magisteriale. Con molti limiti nel mio lavoro ho cercato di mettere in luce come papa Francesco si collochi nel solco della tradizione della Chiesa portando la novità di una rinnovata urgenza pastorale.

E adesso? Adesso continua il tempo dello studio che è privilegio, impegno e responsabilità. L’interesse per la bioetica non è venuto meno così come è cresciuto il desiderio di conoscere meglio il Magistero, non per fare qualche citazione dotta, ma perché il cammino della fede sia sempre più esigente. Non sono un teologo e neppure un dottore in teologia, rimango lo stesso presbitero, lo stesso pastore che cerca, con il gregge che gli è stato affidato, di intuire quali siano le vie di Vangelo che lo Spirito suggerisce perché la comunione ecclesiale sia più autentica e la testimonianza della fede più incisiva. 

E allora ne è valsa la pena? É valso riscoprire che la fede chiede l’intelligenza per essere sempre pronto a rispondere a chiunque mi domandi ragione della speranza che è in me, con dolcezza, rispetto e retta coscienza.

Infine un pensiero al mio Papà Pasquale, sarebbe stato lieto di questo momento per quel sano orgoglio che aveva nel fare bene quello che gli veniva chiesto e per quella curiosità di conoscere che lo ha sempre caratterizzato, qualità che mi ha trasmesso e che cerco di custodire per onorarlo. Lui che ora conosce la Verità ancora sorride e cammina al mio fianco.


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