Ingresso come Parroco delle Parrocchie di Albizzate, Albusciago, Caidate, Menzago, Quinzano, Sumirago: semplicemente uno stoppino cerato...

Sono grato per questo inizio tra voi e ho pensato di lasciarvi un segno e alcune parole.


Il segno è uno stoppino cerato. Provo a comunicarvi cosa mi ha spinto a sceglierlo come immagine che mi descrive in questo momento.


Innanzitutto è uno strumento fragile e debole. Il Vescovo inviandomi da voi non vi ha mandato un accendino colorato con una fiamma decisa che viene dal gas che contiene. Neppure una candela elettrica che sta accesa senza tentennamenti a lungo. Neppure una caldaia che garantisce calore a tutta la casa. Io mi sento come uno stoppino cerato.


Uno stoppino cerato non ha vita in sé, per compiere la sua missione, per essere usato, deve essere acceso. Desidero che la mia vita sia sempre condotta dallo Spirito santo a far memoria di Gesù, ad ascoltare Gesù, a farmi accendere dalla luce che è Gesù; ma vorrei anche che attinga luce dal cammino di fede che questa Comunitá pastorale ha compiuto fino ad ora, perché Gesù abita la sua Chiesa, perché ne è il capo. Lasciandomi illuminare da queste luci spero che lo Spirito mi usi come tramite perché altri trovino Luce, perché  incontrino il volto di Gesù e scelgano di abitare questa Comunitá come esperienza che illumina la vita e la guida.


Uno stoppino cerato poi non può fare tutto, può solo accendere altre piccole luci. Desidero che la mia vita sia umile, lieta di collaborare, aperta al dialogo, semplice nel proporsi. Chiedetemi di fare bene quello che è mio dovere fare, ricordatemi che non posso fare tutto.


Uno stoppino cerato se vive si consuma e consumarsi chiede fatica, anche un po’ di sofferenza, qualche lacrima come gocce di cera...  Desidero non sottrarmi alla fatica e condividere quella di coloro che mi sono affidati, nella consapevolezza che «se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato». Questo è la preghiera che rivolgo al Padre oggi: camminiamo nella Luce solo così possiamo essere in comunione gli uni con gli altri, solo così possiamo continuare a costruire quella Comunità che, con la guida dei pastori, con i quali avete avuto la grazia di camminare, fino ad oggi avete realizzato.


Sul cartoncino dove trovate lo stoppino cerato, ci sono le parole della prima lettera di Giovanni che ho appena citato e poi le parole del libro dei Numeri, riprese da Francesco d’Assisi, nella benedizione a frate Leone:


«Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te 

il suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto

 e ti conceda pace»


Queste parole hanno accompagnato da sempre la mia vita. Le avevo scelte anche per l’immagine della mia ordinazione presbiterale. Sono parole di benedizione: desidero che il ministero presbiterale che mi è stato affidato sia una benedizione. Ho fiducia che sia così non perché mi senta capace, sono uno stoppino cerato, ma perché so di essere benedetto da Dio, oggi inoltre so di poter contare anche sulla vostra benedizione e su quella del nostro Santo Patrono Benedetto.


Grazie per la disponibilità ad accogliermi. Dio vi benedica!


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