Un anno di grazia e misericordia - Te Deum 2022

 Te Deum 2022

Eremo delle Carceri - Te Deum

Mi sono presentato come uno stoppino cerato per dire che la mia presenza tra voi può essere benedizione solo se acceso dalla luce che è Gesù. Vi ho portato nel presepio del mio cuore dove ho raccolto le stelle che illuminano la mia vita. Questa sera, in un grande abbraccio di gratitudine, vorrei custodire alcuni momenti che hanno segnato la vita della nostra Comunità Pastorale.

Nella Santa Messa di ingresso vi ho lasciato una benedizione, la stessa che ritroviamo in questo inizio d’anno: la benedizione sacerdotale di Aronne su Israele.

Queste parole di benedizione scendono su di noi e ci indicano la via per intraprendere il cammino del nuovo anno che ci è donato.


Il Signo­re parlò a Mosè, ad Aronne, ai suoi figli e disse: “Voi benedire­te i vostri fratelli”. Voi benedi­rete: per prima cosa, che lo meritino o no, voi li benedi­rete. Dio ci raggiunge non proclamando dogmi o im­partendo divieti, ma benedi­cendo. La sua benedizione è un’energia, una forza, una fecondità di vita che scende su di noi, ci avvolge, ci pene­tra, ci alimenta. Dio chiede anche a noi, figli di Aronne nella fede, di be­nedire uomini e storie, il cuore dell'uomo e il volto di Dio. 


Mio e vostro compito per l’anno che viene: benedire i fratelli! Se non impara a benedire, l’uomo non potrà mai essere felice.


E come si fa a benedire? Dio stesso ordina le parole: “Il Si­gnore faccia risplendere per te il suo volto”. Che cosa è un vol­to che risplende? A molti può forse apparire, eppure è l’essenziale. Perché il volto è la finestra del cuore, racconta cosa ti abita.

Brilli il volto di Dio: scopri nell’anno che viene un Dio luminoso, un Dio solare, ric­co non di troni, di leggi, di di­chiarazioni ma il cui più vero tabernacolo è la luminosità di un volto. Un Dio dalle gran­di braccia e dal cuore di luce.

La benedizione di Dio non è salute, denaro, fortuna, pre­stigio, lunga vita ma, molto semplicemente, è la luce. La luce è tante realtà, lo capiamo guardando le persone che hanno luce, e che emanano bontà, generosità, gentilezza, bellezza, pace. Dio ci benedice po­nendoci accanto persone dal volto e dal cuore luminosi.


Benediciamo per questo anno che si conclude e per le persone che sono state luminose per noi nelle esperienze che abbiamo condiviso:

  • l’elezione e l’ordinazione episcopale di Mons. Roberto Campiotti: la sua storia si è intrecciata con quella delle nostre Comunità; l’amicizia condivisa da molti con lui è segno di una comunione che aiuta a crescere e conduce su strade di Vangelo;
  • la morte di don Cesare testimone vero della carità che si manifesta in una gratuità totale nell’offrire il tempo per la celebrazione dell’Eucaristia, il ministero della riconciliazione, la visitai malati, la prossimità concreta ai più poveri;
  • il mese mariano dedicato alla preghiera per le vocazioni: la mobilitazione di molti nel trovare nell’intercessione di Maria “pellegrina” nelle nostre Comunità  conforto, speranza e sostegno;
  • l’ordinazione e la destinazione di don Enrico che ha maturato i passi decisivi della sua scelta vocazionale nell’esperienza che lo ha visto tra noi negli ultimi tre anni. Noi siamo chiamati a custodire i primi passi del suo ministero, a lui il compito grato di offrirci il dono di una vita spesa con amore, intelligenza e simpatia in particolare tra i più giovani della nostra Comunità;
  • il saluto a don Mario: dopo nove anni di servizio tra noi è stato il momento per dire grazie per un ministero nel quale ci ha mostrato passione, impegno, cura dei più deboli, ricerca di chi è più solo, promozione del bene di molti. La sua missione a Ngaoundere ci chiede la carità della preghiera, la stima e l’amicizia perché la sua vita anche lì sia, come lo è stato per noi, un dono prezioso;
  • le esperienze che hanno caratterizzato l’estate dei nostri ragazzi: l’oratorio estivo e le vacanze comunitarie;
  • le feste patronali: l’impegno di molti, tanto lavoro e dedizione, gioia e serenità;
  • l’inizio di un nuovo anno pastorale con l’invito a riscoprire la centralità della preghiera;
  • l’ingresso di un nuovo Parroco e l’inizio di una nuova tappa della storia della nostra realtà ecclesiale: il coinvolgimento di piccoli e grandi, il dono  prezioso dell’accoglienza, la pazienza di conoscere, il desiderio di camminare insieme;
  • la ferialità del nostro vivere insieme sostenuto dalla celebrazione dei sacramenti, dall’ascolto della Parola, dalla preghiera e dalla carità;
  • la testimonianza di tanti fratelli e sorelle che ci hanno testimoniato in un servizio costante spesso nascosto, un amore autentico per l’umanità, una dedizione gratuita per il bene della Chiesa che si manifesta nella vita delle nostre Parrocchie. Insieme a tutta la Chiesa ringraziamo per il dono della vita di  Benedetto XVI.

Ma la benedizione continua: Il Signo­re ti faccia grazia. Cosa ci ri­serverà l'anno che viene? Io non lo so, ma di una cosa so­no certo: Il Signore mi farà grazia, che vuol dire: il Si­gnore si rivolgerà verso di me, si chinerà su di me, mi farà grazia di tutti gli sbagli, di tut­ti gli abbandoni; camminerà con me, nelle mie prove si ab­basserà su di me, perché non gli sfugga un solo sospiro, una sola lacrima. Qualunque cosa accadrà quest'anno, Dio sarà chino su di me e mi farà grazia.


Ma questa grazia non è un’opera magica: è un dono da custodire.

In questi mesi infatti abbiamo attraversato anche momenti che non abbiamo vissuto come grazia: l’inizio e il perdurare di una nuova guerra, non più in un paese lontano ma nel cuore della nostra Europa; l’esperienza della malattia, la perdita del lavoro, lo spezzarsi della comunione nelle famiglie, la morte dopo lunga malattia o giunta all’improvviso. La fede nel Dio che visita e illumina la storia ci esorta a credere che nulla è estraneo alla sua grazia, anche ciò che non è percepito come bene, anche ciò che non è amabile.


Per questo io credo nel Dio che è luce e che può illuminare anche l’oscurità più cupa, della grazia di questo Dio io voglio vivere, questa grazia chiedo per voi ogni giorno. Come voi anch’io ho bisogno di essere sostenuto perché talora il mio volto non è luminoso e talora anche il mio cammino è incerto a motivo della fatica e della sofferenza, ma insieme possiamo iniziare un nuovo anno con la fiducia che grazia e misericordia non mancheranno.


Dio ci benedica, faccia splendere il suo volto sul nostro volto, il Signore sia per ciascuno di noi grazia e misericordia.

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