1 gennaio 2024 - Te Deum 2023

 


In questi giorni ho ricevuto centinaia di messaggi di auguri. Non ho ancora terminato di rispondere a quelli del Santo Natale e stanno già arrivando quelli per il nuovo anno. Attraverso quei messaggi ho saputo della nascita di bambini figli di quanti erano un tempo i miei bambini in oratorio; ho saputo della malattia di persone che non sentivo da tanto tempo; ho espresso parole di consolazione per la notizia della morte di persone che erano affetti preziosi per amici e amiche. Quanti volti, quanti nomi, quanti propositi di trovare il modo di rivedersi... Non voglio che l’esperienza di questi giorni sia solo la spunta di pallini che indicano una notifica, vorrei imparare di più, al termine di questo anno, che ci sono delle priorità che non mi renderanno più produttivo, più efficiente, più efficace, mi renderanno semplicemente più uomo. Le priorità le imparo dalla parola di Dio che ancora chiedo sia luce e lampada ai miei passi, le imparo dalla vita della Chiesa che sperimento in questa comunità.


L'Eucaristia

Rendiamo grazie per la celebrazione eucaristica nelle nostre comunità. Cristiani sono «coloro che vivono per gli altri perché vanno a Messa la domenica: sembra poco, però è tutto», disse il cardinale Martini durante l’omelia conclusiva del convegno Farsi Prossimo del 1986. «Una comunità composta da coloro che vivono per gli altri perché vanno a Messa la domenica». Quando abbiamo celebrato bene l'Eucaristia? Quando la celebrazione ci spinge a prenderci cura dei fratelli. “Come Gesù si lascia spezzare per darsi a noi come cibo, anche noi dobbiamo lasciarci spezzare, dobbiamo condividere prima di tutto con i nostri cari, nella nostra casa, nelle nostre comunità, perché l’amore comincia in casa. Ogni Santa Comunione ci riempie di Gesù e dobbiamo andare in fretta, con Maria, per donarlo agli altri" (Santa Teresa di Calcutta).

Mentre ringraziamo per ogni dono ricevuto nell'Eucaristia chiediamo la grazia di imparare a ringraziare con umiltà per ogni dono ricevuto.


Custodire

Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

Il Signore ti custodisca.

Amo questo verbo è una unione di vigilanza, di assistenza e di protezione. Il custode non è una guardia bruta. Il custode ha cura, preserva dai pericoli, provvede alle necessità. Ringrazio il Signore per coloro che in questi mesi hanno saputo custodire la mia vita prendendosi cura di me, vigilando sul mio bene, richiamandomi per i miei errori, proteggendomi nel momento del pericolo. Invito ciascuno di voi ad individuare come il Signore sia stato custode delle vostre vite e a ringraziare quanti sono stati custodi del vostro bene.


Servire

Svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, ... umiliò se stesso.

In questi mesi ho imparato molto da coloro che in questa nostra Comunità hanno scelto di servire comprendendo che "chi non serve non serve". Le nostre Comunità vivono della gratuità di tanti fratelli e sorelle che nella dedizione quotidiana garantiscono infinite piccole e grandi attenzioni. Ho provato ad elencarle ma temo che qualcuno si sentirebbe escluso, per questo invito ciascuno a ringraziare per la tenacia e la fedeltà del suo servizio; con umiltà ringrazi il Signore perché ha contribuito a far crescere la nostra esperienza di Chiesa nella comunione e nell'armonia. Vi invito inoltre a chiedere perdono per quelle occasioni nelle quali ci siamo sentiti necessari e ci siamo lamentati degli altri che non sono venuti ad aiutarci o ci hanno lasciati soli in questa o quella mansione; per quelle occasioni nelle quali le nostre parole sono state giudizio per le mancanze degli altri e hanno inquinato il nostro modo di guardarci. Mentre chiediamo come possiamo coinvolgere altri fratelli e sorelle in questo amore per la Comunità troviamo il coraggio di ringraziare, di fermare un amico, un’amica per dire: "grazie per questa parola bella che hai detto, grazie per questo gesto che hai compiuto, grazie per il tempo che hai dedicato a questo momento della vita della Parrocchia". Ricordiamo sempre cosa diceva Santa Teresa di Calcutta: "Quello che facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma l’oceano senza quella goccia sarebbe più piccolo".


Benedire

Ti benedica il Signore.

Dio ci benedica con la luce del suo volto.

La benedizione è l’impegno da parte di Dio di accompagnarci in ogni istante della nostra vita anche quando non ce ne rendiamo conto, anche quando lo rifiutiamo, anche quando pensiamo di bastare a noi stessi.

La benedizione non è un amuleto o un talismano al quale attribuiamo la forza magica di prevenire o tenere lontano il male, ma è il sostegno a combattere, a rifiutare ogni forma di male perché animati solo dal desiderio del bene frutto dell’amore personale di Dio.

La benedizione è amore che ci rende capaci di essere migliori: migliori figli di Dio perché capaci di essere fratelli e sorelle tra di noi.

Ma vorrei dirvi che io mi sento benedetto dal Signore ogni giorno attraverso di voi quando vi unite al sacrificio di Cristo nella celebrazione dell’Eucaristia; quando celebro con voi i sacramenti; quando accogliete gli inviti e le proposte; quando partecipate ai momenti di festa; quando vi vedo pregare; quando vi ricordate del mio anniversario di ordinazione, del mio compleanno, del mio Papà; quando mi chiedete “come sta la Mamma? Non la conosco ma me la saluti tanto”; quando mi ringraziate per BeneDetto e siete pazienti per qualche errore; quando mi accogliete nelle vostre case per la visita ad un malato, per la catechesi prima del battesimo, per la preghiera accanto ad un vostro caro defunto, per la condivisione di quell’amicizia sincera che ti fa sentire accolto per quello che sei non per come dovresti essere; quando sto tra i bambini e i ragazzi; quando mi dite “ti vogliamo bene”. Benedetto da Dio ogni giorno attraverso di voi, così anche le parole non “dette bene” sono cornice sfumata di giorni lieti.


Vi invito a vivere nella preghiera il vostro sentirvi benedetti da Dio, scopriremo che sono molte le realtà per le quali possiamo essere lieti.


Porto al Signore in questo giorno tutta la nostra Comunità pastorale con una particolare predilezione per i bambini, i disabili, gli anziani, gli ammalati e i deboli.


L’augurio che rivolgo a voi oggi è che il Signore vi riempia il cuore di gratitudine, vi conduca a scegliere la strada del servizio umile e gratuito, vi benedica e vi custodisca, faccia splendere per voi, su di voi il suo volto, vi faccia grazia, rivolga su voi il suo sguardo e vi conceda quella pace che desideriamo per noi e per il mondo intero.

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