Parroco per una ComUnità


Omelia nella celebrazione del mio ingresso 
come Parroco a Castelnuovo Bozzente, 
Beregazzo e Figliaro
10 novembre 2013 

“Si trova bene qui da noi? Come ti trovi nelle tue nuove comunità?”. Come potete intuire sono queste le domande che in queste settimane mi sono state poste dagli abitanti delle Parrocchie di Castelnuovo, Beregazzo e Figliaro e dagli amici e i parenti. Sono domande alle quali mi sono accorto di aver sempre risposto con delle risposte vaghe ma vere: “mi trovo bene”, “ci vuole tempo…”.
Ma oggi vorrei dirvi perché ho scelto questo giorno per dare un’ufficialità visiva, una risonanza pubblica a quanto sto vivendo tra voi a partire dallo scorso 14 settembre.
Ho scelto il 10 novembre perché volevo associare questo rito a una festa particolare del Signore e questa festa di nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo mi ha sempre interrogato, perché Dio ha come trono la tavola della Croce che non è diversa dalla tavola della mensa eucaristica, perché Dio ha un Regno che ha come sudditi privilegiati i poveri e quando le mie mani toccano un povero che soffre io sto toccando il cielo di Dio, il suo regno dove entrerò se sarò entrato prima nella vita di chi soffre.  
Contempliamo oggi il nostro Re che sta dove noi, dove io non vorrei mai essere: all’ultimo posto, il posto dei poveri.
Contempliamo oggi il nostro Re che non mi giudicherà scorrendo l’elenco delle mie debolezze ma dei miei gesti di bontà, non si soffermerà sui miei peccati ma custodirà con premura i semi di luce e di bene che ho seminato. Un bene concreto che ha il sapore del pane, la semplicità dell’acqua, la festa di un vestito, la sollecitudine di una visita, la fiducia dell’accoglienza. Questo modo di Dio di giudicare la mia storia, la storia degli uomini mi interroga e sento che il mio rapporto con Dio non è segnato dal mio peccato ma dal bene che da Lui so accogliere e che per mezzo di Lui so donare. Il mio futuro, il mio cielo, il mio Paradiso, il mio entrare nel Regno dei cieli non sarà un giudizio su di me sul mio groviglio di buoni propositi mancati, di pigrizie, di slanci impetuosi e cadute fragorose ma sarà sulle mie relazioni, sui poveri, sui sofferenti, sui cercatori di Dio, sui delusi e gli sfiduciati, sui giusti che la vita mi affida. Tutti costoro oggi sono per me quanti si riconoscono nelle Comunità Cristiane di Castelnuovo Bozzente, Beregazzo e Figliaro, chi abita queste terre e vive come se Dio non ci fosse; ma sono anche quanti nel tempo hanno condiviso un tratto di cammino e che l’intreccio quotidiano delle esperienze mi ha consegnato come parenti, amici, appassionati cercatori di Dio. Voi oggi siete la mia via al Regno di Dio, quale gratitudine più grande posso manifestare a Colui che mi ha scelto e chiamato a questo ministero.
Ho scelto questi giorni anche perché stiamo per vivere la memoria di San Martino patrono della parrocchia di Castelnuovo. San Martino era anche il patrono del mio primo seminario, Masnago. Vi entrai quando ero poco più che un bambino e il mio desiderio di essere prete poteva apparire come l’idea di un ragazzino sognatore. San Martino mi ha sempre accompagnato e il gesto famoso del mantello donato al povero ha segnato la mia storia: riconoscere nell’altro la presenza di Dio, uno per il quale Gesù dà la vita. Di Martino vorrei saper cogliere nella mia vita la tensione per un appassionato ministero, frutto di una profonda vita di comunione con il Signore.
Infine un motivo ancor più personale: il 9 novembre è il giorno del mio battesimo, giorno che circondo di premure e di immensa gratitudine, giorno nel quale la Chiesa ricorda la dedicazione della Chiesa madre di tutte le Chiese. Dal giorno in cui ho scoperto questo provvidenziale legame penso la mia vita come un dono alla Chiesa, per la Chiesa, nella Chiesa.
Sarebbe lungo l’elenco di persone che dovrei ringraziare in questo giorno, perché da Dio sono stato benedetto in ogni giorno della mia vita. Scelgo di affidare tutti al Signore: quanti mi hanno donato il loro bene, quanti mi hanno educato alla fede, quanti mi hanno donato, e mi donano fiducia. Tutti sentano una particolare, intensa parola di benedizione.
Infine vorrei proporvi un racconto. Chi mi conosce sa che amo raccontare:
Un principe molto ricco decise di costruire una chiesa per tutte le persone che abitavano nel villaggio. Era un bell'edificio elegante, posto sulla collina e dunque ben visibile a tutti. Ma aveva una stranezza: era senza finestre! Il giorno dell'inaugurazione, prima che il sacerdote cominciasse la celebrazione, il principe fece il suo discorso per consegnare il tempio alla comunità. Disse: "Questa chiesa sarà un luogo d'incontro con il Signore, che ci chiama a pregarlo ed a volerci bene. Vi chiederete come mai non sono state costruite finestre. Lo spiego subito. Quando ci sarà una celebrazione ad ogni persona che entra in chiesa, verrà consegnata una candela. Ognuno di noi ha un suo posto. Quando saremo tutti presenti, la chiesa risplenderà ed ogni suo angolo sarà illuminato. Quando invece mancherà qualcuno, una parte del tempio rimarrà in ombra". Gli abitanti di quel villaggio furono molto grati al principe, che oltre ad essere ricco era anche molto saggio. 

Al termine della messa chi vorrà potrà portare a casa un piccolo lumino: oltre alla data e alla notazione circa l’evento che caratterizza questa giornata, ho riportato anche un pensiero di San Paolo che avevo scelto come riferimento per la scorsa settimana eucaristica: “Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane”. (1 Cor 10,17).
Ognuno di noi ha un suo posto nella comunità degli uomini, ognuno di noi ha un posto nella Chiesa di Dio, ognuno porta una scintilla di luce là dove vive. Le nostre Comunità saranno Unità pastorale quando guardandoci ci riconosceremo dono di Dio l’uno per l’altro, seme di luce, di speranza, di amore. Allora non ci saranno confini, né tradizioni, né appartenenze che ci impediscano di vivere in Comunione, di credere che a fare Comunione è il Signore Gesù vivo in mezzo a noi.
Pregate per me perché la mia vita sia ogni giorno di più eucaristica, dono per tutti a servizio di tutti.
Chiedete senza stancarvi che il mio ministero sia guidato dalla stessa intuizione del santo Patrono Martino: intensa passione apostolica e profonda vita contemplativa.
Domandate che il mio tempo sia interamente donato a Dio e alla sua Chiesa, che attraverso il battesimo ha reso ogni mio attimo anticipo di eternità.
Dio benedica il nostro cammino insieme.

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