Benedetto

Al termine della visita alle famiglie nelle mie Comunità ho scritto un testo che vuole riassumere un'iniziale riflessione su questa particolare, intensa, faticosa esperienza. La condivido volentieri chiedendovi di trasformarla in preghiera, perché sappia sempre lasciarmi benedire e perché la mia vita sia sempre più una benedizione.

Ripensando a queste lunghe settimane dedicate alla visita alle famiglie mi convinco sempre di più che io sono stato benedetto dall’incontro con molti di voi.
Benedetto dai bambini: i loro sorrisi, il lento aprirsi all’accoglienza, il riconoscermi perché visto in Chiesa o all’Asilo. Benedetto dalla semplicità, e dall’innocenza.
Le donne in attesa di un bimbo: persone che parlano più che con le parole con i loro corpi di un amore che si dilata e comprende, che trasforma e stupisce. Benedetto dall’amore che plasma le esistenze.
I ragazzi e i giovani: i più sprovveduti nell’accogliermi, quasi imbarazzati, come a domandarsi che cosa significhi la visita del parroco, le parole di benedizione e l’acqua santa. Benedetto dalla possibilità di annunciare il Vangelo a chi non lo conosce.
Le mamme: la loro vita spesso spesa in un lavoro che non ha ore né retribuzioni, che è abile sintesi di molteplici impegni, che trova sempre energie nuove. Benedetto dalla gratuità e dalla fedeltà.
I papà: spesso incontrati appena rientrati dal lavoro, strette di mani di chi ogni giorno modella materiali, elabora pensieri, progetta il futuro, si prende cura della sua famiglia. Benedetto dalla fatica e dalla perseveranza.
I poveri: non mancano i beni nelle nostre case, spesso manca serenità, pace, gioia, perdono, lavoro, futuro. Benedetto dalla speranza.
I nonni: per moltissimi visione reale di “angeli”, presenze che danno equilibrio alle famiglie, che garantiscono attimi di libertà, che provvedono con premura (talora quasi eccessiva) al bene di figli e nipoti. Benedetto dalla tenacia.
I malati: spesso il silenzio abita le loro case, neppure il consueto rumore della TV riesce ad entrarvi. La malattia affrontata con fede, che non significa senza fatica ma con la presenza del Signore. La malattia rifiutata che si trasforma in punizione, crudeltà e condanna di Dio. Benedetto dalla pazienza e dalla consapevolezza della fragilità della vita.
Chi non mi ha aperto: un’altra religione, un’altra idea, un’altra confessione, l’indifferenza, la fretta. Benedetto dalla convinzione che Gesù è l’unico Signore. 
Benedetto da piccoli doni, racconti di vita, progetti di bene.
Benedetto da parole come queste: “Volevamo ringraziarLa di cuore per la visita e per tutto il lavoro che sta facendo per la nostra comunità. Speriamo di avere più occasioni per vederci e scambiare due parole. L'abbiamo vista stanco ma felice e l'amore che mette in ogni suo gesto o parola è davvero tangibile”.
Grazie per avermi fatto entrare nelle vostre case. 
Dio ora e sempre vi benedica!

Commenti

  1. Confermo le parole scritte in corsivo, è stato bello vederla entrare nelle nostre case e iniziare a conoscere meglio i nostri paesi e noi che ci abitiamo. A me è sembrato che questa visita le sia piaciuta e spero che le piaccia stare con noi.

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