Tenendo fisso lo sguardo su Gesù - Omelia nel giorno del ringraziamento per i nove anni vissuti a Beregazzo con Figliaro, Castelnuovo Bozzente e Binago

Omelia nel giorno di ringraziamento al termine dei nove anni vissuti come Parroco 
nelle Parrocchie di Beregazzo, Figliaro, Castelnuovo Bozzente e Binago


Video omelia 18 settembre 2022

TENENDO FISSO LO SGARDO SU GESU'


«Non potevi dire di no?»

Molte volte in queste settimane mi sono sentito rivolgere questa domanda. La risposta che ho dato è nata dal sentire per me vere due esperienze: la prima è legata ad una promessa che ho fatto il giorno della mia ordinazione presbiterale. Promettendo filiale rispetto e obbedienza ho detto ad alta voce che la mia libertà è orientata a compiere la volontà di Dio dentro la vita della Chiesa di Milano rappresentata dal suo Vescovo, questo orientamento è così deciso che anche se il Vescovo mi chiedesse qualcosa che mi potrebbe apparire non corrispondente al bene che ritengo per me, io sarei, io sono disposto ad obbedire. La seconda esperienza nasce dal vissuto di questi anni tra voi. In questo camminare insieme spesso vi ho esortato a scorgere la presenza di Dio in tutto quello che viviamo, vi ho invitato a considerare come «tutto concorre al bene di coloro che credono in Dio». Come avrei potuto dire di no nel momento in cui veniva chiesto a me di porre una fiducia più grande nel Signore buono e fedele?

In queste settimane ho ricevuto dal Signore il dono di una profonda serenità interiore. Ciò non significa che io non senta la tristezza di questo momento nel quale devo accettare che rapporti di autentica e reciproca amicizia, di squisita e consolante stima debbano necessariamente modificarsi, non tanto nella loro qualità quanto piuttosto per una minore possibilità di condivisione, di facilità di incontro, di consuetudine nel vivere una celebrazione… 

Questa serenità nasce dalla moltitudine di testimoni che in questi nove anni mi hanno accompagnato. Questi testimoni hanno camminato con me, anzi hanno corso con me aiutandomi a tenere fisso lo sguardo su Gesù, anche quando avrei potuto fermarmi a motivo dei pregiudizi, delle incomprensioni, delle divergenze di opinione.

Ho molti grazie da dire oggi.

Grazie alle famiglie che nel gennaio 2014 mi hanno affidato i loro figli per quella prima indimenticabile esperienza di vacanza comunitaria a Brusson. Quei genitori, senza saperlo, aprendo il cuore alla fiducia, hanno iniziato a scrivere la storia nuova delle nostre Comunità. La novità di quella proposta e il desiderio di vivere la possibilità dello stare insieme in un contesto nuovo, diverso, sconosciuto hanno innescato quella sequenza di eventi che oggi ci fanno guardare al cammino compiuto con letizia.

Grazie alle persone appassionate, uomini e donne, che confrontandosi, interrogandosi, ascoltando e dialogando hanno accolto la proposta di un’esperienza di Oratorio estivo rinnovata. L’Oratorio non come luogo ma come stile, come vissuto. Ricordo con gioia i volti stupiti e lieti dei genitori e dei nonni che guardavano dall’esterno i bambini giocare, ballare, cantare e sorridere. L’Oratorio esperienza dove l’incarnazione di Gesù (era l’anno del tema “Piano Terra” e venne ad abitare in mezzo a noi) si realizza negli innumerevoli gesti di amore regalati dagli animatori, dai moltissimi adulti che si sono messi in gioco scoprendosi preziosi ed essenziali collaboratori perché non mancasse nulla per la gioia dei bambini e dei ragazzi. 

Grazie alle famiglie che hanno accolto la proposta della vacanza comunitaria “a scatola chiusa” e hanno vissuto la magia di momenti di condivisione che hanno regalato relazioni di amicizia durature e che hanno spinto a chiamare sorelle, fratelli coloro che fino a poco tempo prima erano solo degli sconosciuti. 

Grazie a coloro che ci hanno abbracciato, sostenuto, accarezzato il cuore con semplici gesti, con parole discrete nei giorni nei quali abbiamo salutato il mio caro Papà Pasquale. Questo grazie nasce anche, ne sono certo, dal cuore della Mamma e di Elena e Alessandro: vedere anche molti di voi nel coro degli amici in quelle ore è stata un’autentica benedizione.

Grazie per coloro che hanno accolto l’invito a vivere insieme lo spettacolo musicale “Un’altra storia d’amore”. In pochi mesi la passione, la disponibilità e l’amore di molti ci hanno permesso di realizzare un evento che ancora oggi ricordiamo come fonte di amicizia, di emozioni intense, di una semplicità che ha comunicato una gioia incontenibile.

Grazie a coloro che hanno accolto con pazienza i miei ritardi, gli sguardi un po’ stanchi, le parole non sempre liete e lo hanno fatto con la benevolenza di chi sa che la vita è colma di imprevisti, che non sempre si può essere allegri e che talora le parole non riescono a dire quello che abbiamo nel cuore.

Grazie per gli amici di Binago che hanno avuto la bontà di accogliermi come Parroco anche se condiviso con altre Comunità. Grazie per chi ha cercato di cogliere il bene che potevo offrire senza rimpianti sul passato e con la speranza che il cammino insieme fosse benedetto.

Grazie a chi non ha visto la destinazione a Binago come un abbandono ma, pur nella fatica di vedere modificato il cammino, hanno continuato a credere che è molto di più quello che ci unisce che quello che ci divide.

Grazie per i presbiteri e i seminaristi che in questi anni hanno collaborato nel servire le nostre Comunità. Da ciascuno ho imparato, ciascuno ha offerto qualcosa di speciale che custodirò nel cuore. Quello che dal profondo del cuore posso dire è che ho cercato di accogliere e di voler bene a ciascuno, mi dispiace per quando questo non è stato compreso.

Grazie per la meravigliosa esperienza della Scuola dell’Infanzia Ceriana. La bellezza dei bambini, la gioia di vederli diventare grandi… La stima di coloro che hanno lavorato nella Scuola, la fiducia dei benefattori, la disponibilità dei volontari, la benevolenza nei confronti di questa realtà che come l’Asilo di Binago e ogni realtà scolastica è cuore pulsante della Comunità cristiana e  civile.

Grazie a chi ha avuto la pazienza di insegnarmi ad essere Parroco evitando le parole di giudizio che talora hanno la forza di togliere il sorriso e spegnere l’entusiasmo.

Grazie per il bene che avete regalato alla Mamma Maria: in questi anni è diventata sorella, amica, nonna e mamma di molti. Lei è stata la prima a dirmi “non potevi dire di no?”. La sua fatica nel partire con me verso una nuova esperienza dice quanto bene anche Lei ha ricevuto, quanto amore ha donato.

Grazie a tutti coloro che mi hanno benedetto con un parola di gratitudine per un’omelia che ha toccato il cuore, per una celebrazione intensa, per un gesto di accoglienza, per una parola che ha incoraggiato…

Ma è giusto anche che vi chieda scusa per le molte mancanze di questi anni. In molti infatti potrebbero raccontare di episodi, situazioni, ritardi, imprecisioni. 

Due aspetti mi stanno particolarmente a cuore.

Chiedo scusa perché non ho trovato il modo di prendermi cura con continuità degli anziani e dei malati. Portate loro il mio saluto, la benedizione del Signore e l’assicurazione del mio ricordo nella preghiera.

Chiedo scusa a coloro che mi hanno chiesto un confronto, un tempo di ascolto che non ho saputo offrire, a coloro che ho allontanato con un gesto, un atteggiamento, una parola male detta. Farò tesoro di questa mancanza per essere più disponibile con chi busserà alla mia porta. Spero davvero che possiate trovare un Pastore più accogliente e attento.

Ho scelto di non nominare alcuno perché ogni scelta potrebbe stonare o deludere. Vorrei che tutti coloro che in questi anni con me sono stati sinceri e pazienti, esigenti e magnanimi, amorevoli e franchi sentano nel profondo del cuore la sorgente inesauribile della mia gratitudine, e della gratitudine del Dio di Gesù Cristo.

Avrei voluto anche in questa circostanza lasciarvi un segno, in realtà avevo pensato a dei bulbi di fiori, poi a dei semi, ma non sono riuscito a realizzare quello che avevo pensato;  vi propongo di fermarvi in questi giorni e di provare ad individuare il seme di fede, di speranza, di amore, di gioia che in questi nove anni pensate sia stato posto nella vostra vita. Decidete come fare in modo che custodito dal terreno buono della Comunità cristiana, illuminato dalla Parola di Dio, immerso nell’acqua dello Spirito possa portare frutto nella vostra vita quotidiana. Questa nostra Unità pastorale fiorirà di una novità imprevedibile.

Concludo con delle parole che ho letto  nei giorni della beatificazione di papa Luciani.

Ricordo il giorno in cui morì il beato Giovanni Paolo I, solo in quell’occasione scoprii che era nato come me il 17 ottobre. Ho sempre avuto simpatia per questo pastore buono, mite e umile. Prendo dai suoi pensieri parole che vogliono essere un augurio e un programma di vita anche per il futuro. Le disse in occasione della sua consacrazione a vescovo, e per questo con me non c’entrano nulla, ma il pensiero sì c’entra con me. In fondo è quello che è accaduto in questi nove anni. Così scriveva:

”Sto pensando in questi giorni che con me il Signore attua il suo vecchio sistema: prende i piccoli dal fango della strada e li mette in alto, prende la gente dai campi, dalle reti del mare, dal lago e ne fa degli apostoli. È il suo vecchio sistema. Certe cose il Signore non le vuole scrivere né sul bronzo, né sul marmo, ma addirittura nella polvere, affinché se la scrittura resta, non scompaginata, non dispersa dal vento, sia ben chiaro che è tutto merito del solo Signore. Io sono il piccolo di una volta […], io sono la pura e povera polvere; su questa polvere il Signore ha scritto… Se qualche cosa mai di buono salterà fuori da tutto questo, sia ben chiaro fin da adesso: è solo frutto della bontà, della grazia, della misericordia del Signore.”

Se qualche cosa di buono è stato sarà vero solo se compiuto dal Signore e sarà la vostra gioia, sarà un seme che porterà frutto ancora, ancora, ancora.

Teniamo lo sguardo fisso su Gesù colui che è autore della nostra fede colui che la porta a compimento.

Camminiamo insieme sulle strade della fede, della speranza e della carità e ci ritroveremo sempre a ricordare con gratitudine quello che abbiamo condiviso e ad accogliere quanto la Provvidenza ci darà ancora di condividere.

Dal profondo del cuore: grazie!

Dio vi benedica!



 

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